È dai tempi della preistoria che l’uomo celebra la morte attraverso riti funebri che servono a commemorare i defunti e ad accompagnarli verso la dimensione del sonno eterno. Sappiamo che ogni religione ha le proprie credenze, le proprie usanze e i propri rituali quando si tratta di morte, ma quello di cui non tutti sono a conoscenza è che forme simili a riti funebri sono rintracciabili anche all’interno del regno animale.
A quanto pare la specie umana non è l’unica a soffrire per il lutto di un caro defunto, anche gli animali hanno dato più volte prova di essere capaci di sentimenti e di provare dolore quando un membro della famiglia viene a mancare. Tra gli animali considerati più sensibili da questo punto di vista è impossibile non fare riferimento a quelli domestici, come il cane e il gatto, che sappiamo essere animali empatici, in grado di cogliere il nostro stato d’animo. Esistono però altre specie appartenenti al regno animale e non molto vicine a noi, eppure simili per alcuni aspetti: mostrano infatti una sensibilità e un’intelligenza del tutto inaspettata.
Riti funebri nel regno animale
Tra gli animali che celebrano veri e propri riti funebri vi sono gli elefanti, i mammiferi proboscidati dell’Africa e dell’Asia, che hanno suscitato l’interesse degli studiosi proprio per i comportamenti che questi assumono quando uno di loro muore. Le osservazioni condotte hanno di fatti reso possibile scoprire che questi, non solo esprimono il dolore emanando potenti e struggenti barriti, ma che sono anche in grado di occuparsi del corpo e dei resti del pachiderma deceduto.
Al momento del rito funebre, gli elefanti presenti poggiano a turno, la propria proboscide sul corpo del pachiderma ormai privo vita prima di seppellirlo: il corpo viene posizionato con le zampe verso l’alto e poi ricoperto di terra foglie e rami, come a voler concedere una degna sepoltura. La memoria dell’elefante, inoltre, gli consente di ricordare il luogo in cui si è tenuto il rito funebre e quindi di ritornare nel punto esatto in cui era stata rimediata una sorta di tomba.
Non solo gli elefanti ma anche gli scimpanzé hanno dimostrato di vivere il lutto con dolore. Gli scimpanzé infatti, costituiscono un ulteriore esempio di rito funebre del regno animale: nel momento successivo alla morte, questi si riuniscono attorno al feretro del proprio simile per poi rimanere in un lungo e rispettoso silenzio collettivo che può durare anche ore prima di culminare in una serie di vocalizzazioni che, anche in questo caso, ricordano un angoscioso lamento di dolore.
Allo stesso modo, il mammifero conosciuto per la sua spiccata vivacità chiamato delfino, affronta il lutto rimenando attaccato al corpo del compianto membro del branco per un periodo che può essere anche di diversi giorni. I corvi, invece, pare che al momento del rito siano capaci di emettere suoni totalmente diversi dai soliti vocalizzi, come a voler comunicare a tutti gli altri animali il triste annuncio.
Questi sono alcuni dei riti funebri degli animali di cui, almeno per ora, siamo a conoscenza. Tuttavia bastano a farci capire che, in fin dei conti, non siamo così diversi, al contrario, anche loro come noi sono consapevoli che la vita è tristemente destinata a finire.
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