Sostenibilità ambientale: si può vivere eticamente?

sostenibilità ambientale

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. A livello mediatico la sostenibilità ambientale rimane la tematica più discussa, anche grazie alle iniziative di personaggi come Greta Thunberg ed attivisti che si battono per il destino del pianeta. Eppure, molti non realizzano che la sostenibilità è formata da 3 aspetti fondamentali: ambientale, sociale, economico. Questi 3 aspetti non sono indipendenti l’uno dall’altro, ma, al contrario sono strettamente legati fra loro e sono alle basi del concetto di sostenibilità. Questi 3 cardini sono stati menzionati per la prima volta nel 1987 nel rapporto Brundtland (viene così ricordato il rapporto Our Common Future formulato dalla commissione mondiale su ambiente e sviluppo), e ancora definiti nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite del 2000. Tuttavia in questo articolo ci focalizzeremo esclusivamente su cosa voglia dire vivere eticamente nell’ambito ambientale. In primis è fondamentale riconoscere l’impatto ingente che aziende pubbliche e private hanno sul pianeta: nonostante le soluzioni di tamponamento ideate per ridurre le emissioni di CO₂ delle industrie, come gli Accordi di Parigi del 2015, le emissioni risultano aumentare ogni anno di più. Dal 2015 al 2024, ben 251  gigatoni di CO₂ sono stati rilasciati da 117 enti mondiali. Davanti a questi numeri qualsiasi azione del singolo volta alla sostenibilità potrebbe sembrare futile, ma non è così. Ogni scelta consapevole è un contributo verso una giusta causa. Cosa significa però dare un contributo per la sostenibilità ambientale? Significa vivere eticamente. La realtà quotidiana è fatta di scelte, e queste vanno a riflettersi sul benessere di noi stessi, degli altri, e dell’ecosistema in larga scala. Ciò non significa utilizzare cannucce di carta e oggetti compostabili: la consapevolezza è alla base di questo stile di vita.  

La consapevolezza per la sostenibilità ambientale

Le scelte di tutti i giorni sono quelle a cui dobbiamo fare più attenzione: adottando abitudini più sostenibili e sane, non solo l’ambiente ne beneficia, ma anche altre persone che potrebbero essere coinvolte, a nostra insaputa faranno lo stesso. Interrogandoci sulla provenienza e il metodo di fattura dei prodotti che usiamo nel quotidiano, possiamo comprendere delle realtà spesso scomode ma comunque esistenti: “I vestiti che indosso dove sono stati confezionati e in che modo?”- Il concetto di Fast Fashion è ormai ben noto e ha spesso catturato attenzione mediatica per l’impatto estremamente negativo che ha sul pianeta e non solo. La cosiddetta “moda veloce” si basa sulla produzione di massa di capi vestiari a prezzi bassissimi e di qualità altrettanto scadente. L’obbiettivo di questa industria è quella di creare trend di abbigliamento passeggeri che possano soddisfare temporaneamente le richieste del pubblico, per poi lasciare posto al trend successivo. Il risultato sono cumuli infiniti di capi da smaltire perché non più richiesti, inquinamento dell’ambiente causato dall’uso di sostanze chimiche in modo illecito e condizioni di lavoro disumane all’interno delle fabbriche. I costi stracciati dei vestiti e la continua offerta di novità possono essere appetibili, ma non giustificano le conseguenze di un’industria così letale (la famosa azienda fast fashion cinese SHEIN propone sul proprio sito 6000 nuovi articoli ogni giorno). Le soluzioni alternative esistono e sono diverse: si può decidere di acquistare capi di 2ª mano, nei mercati locali oppure online su siti appositi; oppure acquistando moda sostenibile, creata con materiali di qualità e duratura. Questa seconda opzione è sicuramente quella più costosa, che potrebbe non essere a portata di tutti, ma acquistare articoli vintage è spesso molto economico ed è accessibile a tutti. Al di là di come si voglia acquistare capi nuovi, rimane sempre fondamentale il riutilizzo di abiti già acquistati: creare un armadio con uno stile personale ed evitare di farsi influenzare eccessivamente dai trend è ottimo per la sostenibilità ambientale e il nostro portafogli. Anche il cibo che consumiamo richiederebbe più attenzione: basti pensare che persino il cioccolato che compriamo con facilità al supermercato coinvolge nella sua produzione deforestazioni, sfruttamento di manodopera e lavoro minorile. Ciò non significa che bisogni rinunciare per sempre al cioccolato, piuttosto è importante informarsi sull’esistenza di marche che lo mettano in commercio senza violare diritti umani e ambientali. Il consumo di carne è un altro aspetto a cui fare attenzione: se non per questioni animalistiche, per ragioni di sostenibilità ambientale. Gli allevamenti intensivi in cui gli animali vivono sono altamente inquinanti per due motivi: la produzione ingente di mangime per sfamare gli animali e la grande quantità di ammoniaca e gas di scarico rilasciati. Sarebbe opportuno, almeno, ridurre il consumo di carne settimanale, o qualora possibile eliminarlo del tutto. Un altro aspetto della sostenibilità ambientale a cui prestare attenzione è il turismo sostenibile. Le vacanze sono un piacere a cui difficilmente vorremmo rinunciare, le mete più sono lontane e più sono ambite. Tuttavia vi sono delle località rinomate per il loro fascino esotico che invece di guadagnare dal turismo, ne risentono: un esempio sono le Hawaii, luogo dai panorami paradisiaci, famoso per essere il viaggio da sogno per eccellenza. Eppure la realtà che si respira su queste isole è ben diversa: da anni gli abitanti indigeni di queste isole chiedono di limitare il turismo di massa, poiché sta causando da molto tempo ormai danni irreparabili alla popolazione e al luogo. Il traffico di visitatori comporta tra le altre cose l’inquinamento delle spiagge, lo sfratto degli abitanti per fare posto ai resort, incremento dei prezzi che risultano insostenibili per i residenti. Il tema della sostenibilità ambientale è complesso e insidioso e potrebbe scoraggiare chi volesse migliorare le proprie abitudini da questo punto di vista, ma è comunque importante informarsi sull’impatto che le nostre azioni hanno sugli altri e il pianeta. È fondamentale poi ricordarsi che ogni piccolo miglioramento può fare la differenza.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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