La violenza nello sport: perché bisogna parlarne

La violenza nello sport: perché bisogna parlarne

La violenza nello sport è un fenomeno diffuso ed è un tema urgente da affrontare per far sì che le atlete e gli atleti vengano tutelati al meglio.

La violenza nello sport è un fenomeno diffuso, non solo in Italia. L’associazione Change the game promuove attività di sensibilizzazione per rompere il silenzio e la retorica delle mele marce.

Secondo la giornalista Daniela Simonetti, se non si presta attenzione ai segnali di allarme che vengono lanciati dagli atleti, ci si ritrova a dover fronteggiare denunce di massa. La violenza nello sport è stato un argomento di cui i giovani avevano parlato, ma molto spesso non hanno ricevuto l’attenzione che meritavano.

Daniela Simonetti dedica da anni attenzione al mondo dello sport, non solo con le sue cronache da bordo campo ma più recentemente con il suo impegno per la tutela dei giovani e la denuncia di tutte quelle pratiche (dal bullismo alla violenza verbale fino a quella fisica e sessuale) che violano i diritti fondamentali dei minori. Nel 2017 ha fondato l’associazione Change the game che accompagna le giovani vittime di violenza nello sport nel difficile percorso davanti agli organi di giustizia ordinaria e sportiva.

Del tema che riguarda la violenza nello sport si è occupata anche nel libro Impunità di gregge. Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport, si tratta di un’inchiesta che ha l’obiettivo di far riflettere sui rischi reali che corrono bambini e bambine che praticano sport e di indurre le federazioni a prendere i dovuti provvedimenti. Sia il libro sia Change the game puntano ad infrangere il muro dell’omertà che a lungo ha circondato questi temi in Italia.

I numeri sono un primo indicatore di quanto sia importante ed urgente affrontare il tema della violenza nello sport. Secondo gli ultimi dati forniti dal CONI, in Italia i tesserati alle federazioni sportive sono 4,2 milioni: le donne rappresentano il 28 % del totale mentre gli under 18 sono il 54 %. Nonostante queste cifre, però, nei regolamenti federali non ci sono norme che puniscano esplicitamente gli atti di pedofilia o violenza sessuale.

I casi di violenza nello sport

I casi di violenza nello sport sono diversi e non riguardano solo il nostro paese. Nel 2018 negli Stati Uniti è stato condannato a più di cento anni di carcere il medico della squadra olimpica di ginnastica Larry Nassar che per anni ha potuto abusare di circa cinquecento atlete nel silenzio dei vertici federali. Tra le sue vittime anche la campionessa olimpica Simone Biles.

Sempre negli Stati Uniti, ai primi di ottobre è stato pubblicato un rapporto indipendente che ha messo sotto la lente d’ingrandimento il campionato di calcio femminile e che denuncia come la violenza nello sport sia radicata in maniera molto profonda, a partire dai campionati giovanili, che normalizza gli abusi verbali da parte degli allenatori e confonde i confini tra allenatori e atlete. La curatrice del rapporto è l’ex procuratore generale Sally Q. Yates.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia 

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