Kendo: l’arte marziale giapponese della spada – storia, virtù e pratica

Le virtù del Kendo: cosa c’è da sapere

Il Kendo ha lo scopo di disciplinare il carattere umano attraverso i principi della katana (spada). Il kendo della spada è un’arte marziale giapponese e chi lo pratica indossa un’armatura protettiva usando poi spade di bambù per colpirsi. Si può considerare simile alla scherma occidentale.

Cos’è il Kendo: significato e origini

Il Kendo (letteralmente “via della spada”) è un’arte marziale giapponese moderna, evoluzione delle antiche tecniche di combattimento con la spada dei samurai. A differenza di altre arti marziali, il Kendo non si concentra solo sull’aspetto fisico del combattimento, ma anche sulla crescita personale e spirituale del praticante (kendoka).

Il Kendo è legato alla figura del samurai Miyamoto Musashi e in suo onore è stato costruito un palazzo nella città di Mimasaka, dove si pratica il kendo.

Le virtù del Kendo: saggezza, umanità e coraggio

Le virtù del Kendo sono tre e rappresentano lo spirito di questo sport. Sono associate ad un colore: il rosso è la saggezza, il blu è l’umanità, il bianco è il coraggio. Queste virtù non sono solo importanti durante la pratica del Kendo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Il Kendo, infatti, insegna il rispetto per l’avversario, la disciplina, la concentrazione e la perseveranza.

L’equipaggiamento del Kendo: shinai, bogu e altro

I praticanti di Kendo (kendoka) utilizzano un’armatura protettiva chiamata bogu e una spada di bambù chiamata shinai. Il bogu è composto da:

  • Men: un elmo con una griglia metallica per proteggere il volto e la testa.
  • Kote: guanti protettivi per le mani e gli avambracci.
  • Do: una corazza che protegge il busto.
  • Tare: una protezione per l’inguine e le cosce.

Lo shinai rappresenta la katana, la spada tradizionale giapponese, ed è costituito da quattro stecche di bambù (o, nelle varianti più moderne, in fibra di carbonio) tenute insieme da parti in pelle.

L’allenamento nel Kendo: keiko, suburi e ji-geiko

Gli allenamenti di Kendo, chiamati keiko, si svolgono in un dojo, un’ampia stanza con pavimento in legno. L’allenamento inizia e finisce con un triplice saluto, e prevede diverse fasi:

  • Riscaldamento: esercizi per preparare il corpo all’attività fisica.
  • Suburi: esercizi di riscaldamento specifici per il Kendo, che consistono in movimenti di base con lo shinai.
  • Kihon: pratica delle tecniche fondamentali del Kendo.
  • Ji-geiko: combattimento libero, ma *non* inteso come una gara agonistica. L’obiettivo non è vincere, ma trovare i propri punti deboli e migliorare grazie all’aiuto dell’avversario.

Un colpo valido (ippon) viene assegnato quando viene colpito un bersaglio valido (testa, polsi, fianchi, gola) con la tecnica corretta, la giusta postura e il kiai, un grido che esprime l’energia e la determinazione del kendoka. La validità dei colpi è giudicata da tre arbitri, anch’essi praticanti di alto livello.

Il Kendo nel mondo: diffusione e competizioni

Il kendo è praticato in gran parte del mondo, ma soprattutto in paesi fortemente legati con il Giappone e le sue tradizioni. Viene insegnato nelle scuole ed è molto diffuso tra persone di età diversa. Molti dei maestri principali ed atleti sono ufficiali di polizia. Esistono competizioni di Kendo sia a livello nazionale che internazionale.

Kendo: non solo sport, ma una via di crescita personale

Il Kendo non è solo una tecnica di combattimento, ma un vero e proprio percorso di crescita personale. Attraverso la disciplina, il rispetto per l’avversario e la costante ricerca del miglioramento, il kendoka sviluppa non solo le proprie abilità fisiche, ma anche quelle mentali e spirituali. Praticando questo sport quindi si ha la possibilità di assumere le virtù del kendo che permettono di diventare una persona migliore e rispettosa nella società.

Fonte immagine: Wikipedia

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