Gli Amori Criminali di Tina Femiano: storie di un amore diverso
Sotto tutta Napoli, si dice e si sa,
c’è un’altra città
di buchi e sentieri, di fogne e sospiri.
Ci vivono in tanti.
Ci vivono i topi.
Patrizia Rinaldi.
«M’aggia fatt nu suonn», così inizia e, nello stesso modo, termina il monologo sugli Amori Criminali tenuto dall’attrice Tina Femiano il 24 novembre, al Teatro Instabile di Napoli, di cui Gianni Sallustro è alla direzione. Una rappresentazione, quella di Amori Criminali, svolta interamente dall’attrice, in un’ora di immersione totale nella visione dell’amore in diverse forme, con particolare umorismo, realistico e pungente al punto giusto.
«Suonn annascus comm a nu milord aret a nu balcon […] Suonn assassin che t’arap l’uocchie primm e murì».
Amori Criminali è il racconto di tante storie diverse accomunate da un solo concetto: l’amore. Si tratta, però, di un amore di difficile comprensione per chi non lo ha mai vissuto, ma la brillante interpretazione di Tina Femiano ha aperto un mondo sconosciuto e un modo diverso di amare anche a coloro che vedono l’amore nel suo significato più puro.
Le storie di Amori Criminali portano sul palcoscenico avvenimenti reali, troppe volte dimenticati, come quello di una vittima innocente di camorra, Attilio Romanò. Passando da una storia all’altra, allo spegnimento delle luci, l’attrice diventa un’altra donna, provata da un altro modo di amare, ferma e sfinita dalle situazioni che la vita le ha imposto di affrontare e dalle quali, troppe volte, è impossibile sfuggire.
Una di queste è quella che ha come soggetto una madre preoccupata per la decisione del proprio figlio di iniziare a guadagnarsi da vivere in un modo diverso dal comune. Lei accetta la sua ragionata scelta, dopo averne ascoltato le motivazioni. Quelle spiegazioni difficili da comprendere, ma che sembrano meno pericolose di altre dal modo in cui il ragazzo cerca di rappresentarle alla madre.
Tutto parte da un discorso con San Gennaro, durante un momento di preghiera. La madre di Gennarino racconta al Santo il percorso del figlio e, giocando comicamente sul passaggio del ragazzo da una scuola all’altra, rivela la scelta di frequentare la scuola della vita, lavorando, quindi, in strada come scippatore. La scelta, inevitabilmente, influisce sull’amore della donna per il ragazzo.
Al cambio di scena, si presenta una donna che immediatamente mostra una manicale voglia di ritrovare il figlio, colui che ha messo al mondo, ma che, per amore, ha affidato ad una famiglia ricca. E, sempre per amore, ha voluto rivedere, più e più volte, perché lei era la mamma.
Un’interpretazione di un Amore Criminale, quest’ultima, struggente e perfetta, talmente tanto da mettere in difficoltà lo spettatore che, ad un certo punto, non sa da che parte stare, pur sapendo quale sia la giustizia nella vita reale.
L’assenza di Ciro Marino, Il mio cuore nelle tue mani di Manilo Santanelli, La Pescivendola di Roberto Cavosi, Santina e il Re di Patrizia Rinaldi e Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto. Tutti questi sono adattamenti di brani tratti da opere teatrali e letterarie appartenenti a scrittori contemporanei; l’unione che ha dato vita ad uno spettacolo diretto da Carmen Femiano.
In una intelligente proposta di battute, Femiano arriva al pubblico in maniera diretta e precisa, mostrando una parte di quegli Amori Criminali che ogni donna, o madre, deve accettare di continuare a provare, nonostante le scelte sbagliate altrui.
«Forse m’aggia fatt nu suonn […] Suonn de suonn».
Una bellissima sorpresa per Tina Femiano, nel momento dei saluti finali, ha coronato la serata. Il direttore, Gianni Sallustro, a nome del Teatro Instabile, ha consegnato un premio all’attrice:
«Ogni parola sembra riduttiva per una donna e artista come Tina Femiano, interprete straordinaria, generosa, intensa; per le nuove generazioni un esempio. Ogni parola recitata sembra cesellata, scolpita; ogni pausa, ogni gesto, concorrono a creare capolavori unici.
Ad un’artista di immensa bravura, Tina Femiano, va il riconoscimento Serata d’Onore dal Teatro Instabile Napoli.»
Immagine in evidenza: Teatro Instabile