Chi è io? Pannofino, Iovone e Rossi al Teatro Diana | Recensione

Chi è io? Pannofino, Iovone e Rossi al Teatro Diana | Recensione

“Chi è io?” è uno spettacolo in scena al Teatro Diana di Napoli dal 26 febbraio al 9 marzo 2025.

“Chi guarda fuori, sogna; chi guarda dentro, si sveglia”. Questa celebre citazione di Carl Gustav Jung sottolinea la netta contrapposizione tra la percezione, a volte illusoria, della realtà esterna e l’autentica scoperta di sé, raggiungibile solo attraverso l’introspezione. Chi è io?, la nuova commedia scritta e diretta da Angelo Longoni, con un magistrale Francesco Pannofino nel ruolo del protagonista, porta in scena proprio questo arduo e complesso viaggio interiore. Un viaggio che si dipana attraverso uno spettacolo sui generis, le cui vicende si svelano gradualmente allo spettatore in una narrazione sospesa tra sogno, psiche e memoria, dove nulla è come sembra, eppure tutto appare esattamente com’è.

La trama di “Chi è io?”

La pièce vede Francesco Pannofino, attore e doppiatore noto al grande pubblico per il ruolo di René Ferretti nella serie Boris e per aver prestato la voce a star hollywoodiane come George Clooney e Denzel Washington, interpretare Leo Mayer, uno psichiatra alle prese con i propri demoni. Mayer si ritrova, suo malgrado, in una sorta di limbo, in bilico tra vita e morte, tra coscienza e inconscio. In questo spazio ambiguo ed evanescente si sviluppa la narrazione, impostata su due piani distinti: da un lato, flashback di presunte sedute terapeutiche passate; dall’altro, la sua partecipazione fittizia a un programma televisivo, condotto da un presentatore e due co-conduttrici, che poi ritrova, sotto altre vesti, come suoi pazienti. Questi soggetti bivalenti incarnano diverse istanze psichiche e umane: il Super-Io (Andrea Pannofino), un giovane omosessuale che ha preso i voti per diventare prete; la Psiche (Emanuela Rossi), una donna annichilita dall’incidente del marito; e l’Anima (Eleonora Ivone), un’irascibile manager. A complicare ulteriormente la trama, una rivelazione finale, i cui indizi sono disseminati lungo tutto lo spettacolo (atto unico di 80 minuti circa). La svolta che ne consegue, se da una parte dipana la matassa narrativa, dall’altra aggiunge un ulteriore livello di interpretazione, creando un vero e proprio labirinto in cui lo spettatore rischia di smarrirsi. Ma non è forse questo il primo passo necessario per poi ritrovarsi?

Scenografia e regia di “Chi è io”?

La scenografia è costituita da due elementi principali. Durante il programma televisivo, la parete funge da videowall, sul quale i conduttori proiettano domande e riflessioni fittizie con cui interrogano Mayer sul suo nuovo libro, una sorta di testamento spirituale sulla sua esistenza. Quando, invece, l’uomo veste i panni dello psichiatra, una porta si apre rivelando il suo studio, con l’arredamento classico: sedia, lettino e tavolino. La cornice che avvolge la scena proietta suggestioni visive che richiamano il tema onirico – introspettivo che permea lo spettacolo. Le regia, affidata al suo stesso autore, Angelo Longoni, risulta solida e ben congegnata, ottimale gli attori in scena: Francesco Pannofino, Eleonora Ivone (moglie del regista e autore), Emanuela Rossi e Andrea Pannofino (rispettivamente moglie e figlio dell’attore e doppiatore).

La ricerca di identità e felicità

L’impianto drammaturgico concentra l’interrogativo del titolo quasi esclusivamente sul protagonista e sulla sua storia personale, che viene approfondita attraverso ciò che accade durante le sedute. Le altre figure coinvolte appaiono infatti più evanescenti, quasi in attesa di trovare una loro completezza e una conclusione, come i personaggi in cerca d’autore di pirandelliana memoria. Le loro vite sembrano satelliti che orbitano attorno alla figura centrale dello psichiatra, dipendendo dalle sue cure. Il giovane omosessuale, ad esempio, vive un profondo conflitto interiore tra la sua fede religiosa e le sue pulsioni sessuali, che lo spingono a esplorare e sperimentare, nonostante la prospettiva dei voti. Le due donne, invece, rappresentano due facce opposte della stessa medaglia: l’insoddisfazione esistenziale. La prima è una moglie amorevole e devota, che si prende cura del marito in coma; la seconda è una manager esasperata dal lavoro e dai presunti tradimenti del marito. Sono incompiuti e irrisolti, e in questo lo psichiatra, burbero e a tratti misantropo, assomiglia loro, dato che incarna una costellazione di paradossi, incoerenze e insoddisfazioni.

Un esperimento riuscito 

Il vero punto di forza di “Chi è io?” è, come prevedibile, il suo cast, formato da alcuni dei migliori interpreti e doppiatori italiani contemporanei. La loro performance corale, così vivida e intensa, ha dato spessore alle contraddizioni e alle inquietudini dei personaggi, valorizzando un testo, quello di Longoni, denso di interrogativi su vita e identità. Interrogativi che restano impressi nello spettatore ben oltre la fine dello spettacolo. La pièce, una commedia amara e introspettiva che tocca corde delicate, andata in scena al Diana può considerarsi, dunque, un esperimento teatrale riuscito. Attraverso Mayer e i suoi “pazienti”, il pubblico è condotto verso quel viaggio interiore auspicato da Jung, invitato a riflettere, a confrontarsi con paure e desideri, e a porsi una domanda fondamentale: e chi sono io? Domanda la cui risposta, in un’epoca di stimoli esterni e superficialità, è sempre più complessa, e forse, proprio per questo, ancora più necessaria.

Fonte immagine: Ufficio stampa

DAL MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO

Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
presenta
FRANCESCO PANNOFINO

“CHI È IO?”

scritto e diretto da

ANGELO LONGONI
e con

EMANUELA ROSSI, ELEONORA IVONE
ANDREA PANNOFINO

scene
Gianluca Amodio costumi Lia Morandini
Musiche Paolo Vivaldi
in collaborazione con Aldina Vitelli
video a cura di Gianluca Amodio Gianni Del Popolo
aiuto alla regia Lorenzo Rossi

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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