Da 22 dicembre al 15 gennaio al Teatro Bellini di Napoli in scena Don Juan in Soho. Il mito di Don Giovanni rivive ancora.
La recensione
“Don Juan in Soho” di Gabriele Russo al Teatro Bellini di Napoli
“Don Juan in Soho” è in scena al Teatro Bellini di Napoli dal 22 Dicembre al 15 Gennaio.
“Don Giovanni a Soho” è una rilettura del “Dom Juan ou Le Festin de pierre” di Molière (“Don Giovanni o il convitato di pietra”), che il drammaturgo britannico Patrick Marber aveva realizzato nel 2006, conquistando grazie ad esso una nomination all’Oscar come miglior sceneggiatura non originale proprio in quello stesso anno.
L’opera di Patrick Marber
Il testo dell’opera era poi stato proprio da Marber rielaborato dopo dieci anni e l’opera ricondotta sulle scene al Wyndham’s Theatre di Londra nell’anno 2016.
Il pregio maggiore dell’autore suddetto è probabilmente quello di riuscire a mescolare con una buona dose di “nonchalance”, scioltezza e leggerezza, il contenuto di scritti classici e di saperli abbinare oltretutto in modo pressoché naturale e spontaneo ad un codice comunicativo, sia linguistico che extra-linguistico, tutto moderno ed estremamente contemporaneo, oltre che coinvolgente dal punto di vista emozionale.
Il mito di Don Giovanni rivive ancora
E così, quindi, il famoso ed intramontabile mito del Don Giovanni, riletto e interpretato in tutte le salse, rivive ancora ed assume questa volta le sembianze di DJ (Don Juan), possedendo come sfondo il conosciutissimo nonché equivoco quartiere del West- End di Londra, ossia, l’area più audace e osé della capitale inglese, Soho.
E in effetti questo Don Juan, sfacciato e pungente, coerente e giustamente dissoluto (come lo desidera d’altra parte la lunga tradizione da cui proviene), assolutamente dandy e narciso, è, soprattutto, molto lontano da ogni ripensamento opportunistico oppure utilitaristico a vantaggio della morale e del buonsenso comune, così come è distante da qualsivoglia pentimento o senso di colpa finale e proprio per questo, probabilmente, questo personaggio, lungi dal provocare disgusto o disapprovazione, risulta, nonostante tutto, assai simpatico, divertente, incredibilmente seduttivo e convincente fino in fondo. Il regista Gabriele Russo afferma in merito a ciò: “Credo che la lettura di questo Don Giovanni non si inscriva nella tradizione delle riletture di questo testo, da Molière, a Mozart a Tirso de Molina… non è questa la pista, non è questo il filo interpretativo. Piuttosto è nella figura intrinseca di un tipo come Don Giovanni, oggi, che sento un abbrivio alla nostra epoca. È la sua identità nel presente che lo fa essere contemporaneo e da cancellare?”.
Del resto, molto curata e di efficiente supporto all’idea del regista è la scenografia di Roberto Crea con pedane roteanti, che, coadiuvata anche dalla musica (Alessio Foglia) connota il mood e l’atmosfera della pièce in questione e permette di entrare nel vivo della narrazione senza eccessivi sforzi.
“Don Juan in Soho” è diretto dalla regia di Gabriele Russo e tradotto da Marco Casazza, l’architettura scenica è di Roberto Crea, i costumi sono di Chiara Aversano, il disegno e le luci di Salvatore Palladino, mentre il progetto sonoro è di Alessio Foglia.
Nel cast sono presenti gli attori Daniele Russo (nelle vesti del protagonista Don Juan), Alfredo Angelici (nel ruolo di Pete), Alfonso Postiglione (che veste i panni di Stan), Noemi Apuzzo (che interpreta Elvira) ed ancora Gaia Benassi (Lottie), Claudia D’Avanzo (Mattie/Dalia), Gennaro Di Biase (Vagabondo), Carlo Di Maro (la statua), Sebastiano Gavasso (Aiace), Mauro Marino (Padre), Arianna Sorrentino (Ruby), Gianluca Vesce (Colm). La produzione dello spettacolo è firmata, per concludere “Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini”
Clelia Moscariello