Felicissima jurnata di Putéca Celidònia | Recensione

Felicissima jurnata di Putéca Celidònia | Recensione

La stagione 2024/2025 del Teatro Nuovo di Napoli volge quasi al termine e Felicissima jurnata di Putéca Celidònia regala tra gli ultimi bagliori di emozioni, in scena dal 27 al 30 marzo.

Felicissima jurnata di Putéca Celidònia: un progetto con e per le voci del Rione Sanità di Napoli

Felicissima jurnata di Putéca Celidònia è un progetto realizzato da quest’ultimo collettivo, nato dall’esperienza di contatto con la vita nei “bassi” del quartiere Rione Sanità di Napoli, dove dal 2018 cura diversi progetti teatrali con un intento artistico-sociale ben preciso. Da qui, dopo avere intervistato i vari abitanti di quelle case inghiottite dalla strada, nasce un vero e proprio spettacolo, con la drammaturgia e la regia di Emanuele D’Errico e messo in scena con le interpretazioni sensibili di Antonella Morea e Dario Rea, nonché con le registrazioni di alcuni protagonisti reali del quartiere.

Felicissima jurnata di Putéca Celidònia, dunque, racconta di quelle vite nei “bassi” povere, improntate su un’importante miseria di mezzi e di possibilità, rustiche, in fin dei conti semplici. Restituisce voce a quelle persone che non dispongono altro se non, appunto, quelle loro esistenze circoscritte al quartiere. Per loro la casa è strettamente identificata con la dimensione della strada, le pareti disegnano un perimetro di minuscolo spazio vitale. Eppure, quella stessa casa con le sue complessità è tutto, sancisce un legame indissolubile.

Tra il basso e la strada, una prigionia consapevole o inconsapevole?

Il collettivo spiega su Felicissima jurnata di Putéca Celidònia: «Di queste storie si compone Felicissima Jurnata, che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Perché molti di loro non sono neanche mai usciti dalla loro città nel migliore dei casi e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissà da quanto tempo neanche più dalla propria casa. Non è prigionia questa? È una prigionia consapevole o inconsapevole?» – rappresentando quel legame inscindibile tra il “basso”, la strada ed i suoi abitanti.

Un vincolo complesso, caratterizzato da molteplici prospettive le quali meritano di essere viste e sentite, che Felicissima jurnata di Putéca Celidònia osserva attraverso riferimenti all’opera Giorni felici di Beckett. Una rilettura, soprattutto, napoletanizzata e che restituisce il senso di quella prigionia, in cui la protagonista piuttosto che essere sepolta dalla sabbia è legata alla casa nel “basso” come una ragnatela da certi fili che non smette di tessere, a ritmo di parole costanti e inarrestabili, se non soltanto davanti all’inevitabilità della morte, in netto contrasto con i silenzi assordanti dell’altro protagonista, suo compagno.

Giorni felici di Beckett a Napoli: la paralisi dell’avanzare oltre

«Nello zaino abbiamo messo la macchina da presa, il quaderno degli appunti e il testo di Giorni Felici di Beckett. Abbiamo bussato alle porte, urlato alle finestre e preso appuntamenti mai rispettati. […] E quando abbiamo pensato di non farcela ci siamo fermati e abbiamo cercato risposte in Beckett […] quante domande ci sono nate dentro. […] Intervistatori? No! Non ci piaceva proprio… piuttosto, come indagatori ci siamo immersi nelle storie di queste donne e questi uomini che ci hanno sconvolti, rapiti e portati su di una strada imprevista» – spiega ancora il collettivo su Felicissima jurnata di Putéca Celidònia nell’intenzione imprescindibile di iniziare il viaggio dal dato umano.

Fulcro di uno spettacolo come Felicissima jurnata di Putéca Celidònia sono le persone incontrate nel quartiere del Rione Sanità, le loro vite terribilmente difficili ma incredibilmente autentiche. La loro è una paralisi dell’avanzare oltre, molti non sono neanche usciti fuori da quei contorni e non hanno idea di che mondo esiste fuori, non ci sono i mezzi per poterlo fare. Ma, dall’altro lato, risalta una delicata e dolce attenzione nelle piccole cose, in una quotidianità ripetitiva che proprio nella ripetizione infonde sicurezza e amore sincero, una genuinità spontanea da cui imparare.

Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa

Altri articoli da non perdere
Le Signore di Roberto Del Gaudio al TRAM
Le Signore di Roberto Del Gaudio al TRAM

Caustiche, divertenti e irriverenti, “Le Signore” di Roberto Del Gaudio arrivano a colorare la stagione del teatro TRAM di Napoli Scopri di più

Smith & Wesson al Politeama
Smith & Wesson

Il 27 e il 28 giugno, per il Campania Teatro Festival, va in scena al Politeama Smith & Wesson, un’opera Scopri di più

Controvento, gli eroi eretici di Gennaro Esposito
Controvento

Con “Controvento – Quattro pezzi eretici” si chiude la rassegna Storie al Verde un progetto di Teatro TRAM e compagnia Scopri di più

Claudio Di Palma: Il medico dei Pazzi incanta al CTF
Claudio di Palma

Debutta al Campania Teatro Festival il riadattamento de Il Medico dei Pazzi firmato Claudio Di Palma. Nel cortile della Reggia di Scopri di più

Sette spose per sette fratelli all’Augusteo | Recensione
Sette Spose per Sette Fratelli all'Augusteo

Dal 20 al 29 gennaio al Teatro Augusteo di Napoli va in scena lo spettacolo Sette spose per sette fratelli: Scopri di più

Supernova di Mario De Masi al Piccolo Bellini | Recensione
Supernova

Supernova è il titolo del nuovo allestimento teatrale di Mario De Masi, regista e drammaturgo, con gli attori Alessandro Gioia, Scopri di più

Le Signore di Roberto Del Gaudio al TRAM
Le Signore di Roberto Del Gaudio al TRAM

Caustiche, divertenti e irriverenti, “Le Signore” di Roberto Del Gaudio arrivano a colorare la stagione del teatro TRAM di Napoli Scopri di più

Smith & Wesson al Politeama
Smith & Wesson

Il 27 e il 28 giugno, per il Campania Teatro Festival, va in scena al Politeama Smith & Wesson, un’opera Scopri di più

Controvento, gli eroi eretici di Gennaro Esposito
Controvento

Con “Controvento – Quattro pezzi eretici” si chiude la rassegna Storie al Verde un progetto di Teatro TRAM e compagnia Scopri di più

Claudio Di Palma: Il medico dei Pazzi incanta al CTF
Claudio di Palma

Debutta al Campania Teatro Festival il riadattamento de Il Medico dei Pazzi firmato Claudio Di Palma. Nel cortile della Reggia di Scopri di più

Sette spose per sette fratelli all’Augusteo | Recensione
Sette Spose per Sette Fratelli all'Augusteo

Dal 20 al 29 gennaio al Teatro Augusteo di Napoli va in scena lo spettacolo Sette spose per sette fratelli: Scopri di più

Supernova di Mario De Masi al Piccolo Bellini | Recensione
Supernova

Supernova è il titolo del nuovo allestimento teatrale di Mario De Masi, regista e drammaturgo, con gli attori Alessandro Gioia, Scopri di più

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

Vedi tutti gli articoli di Francesca Hasson

Commenta