Giuseppe Scoditti è talento allo stato puro! Un giovane attore in ascesa che sta conquistando il pubblico e la critica con il suo talento, la sua comicità e la grande passione che mette nel suo lavoro, ed è la dimostrazione vivente che lottando per i propri sogni, coltivando le aspirazioni e lavorando duro, i riconoscimenti arrivano.
Dagli esordi in teatro a Bari, alla fondazione dei Contenuti Zero, un gruppo di talentuosi artisti con cui ha messo su uno spettacolo di varietà che ha conquistato e un sapiente – una volta tanto – uso di Tiktok, è arrivano in TV con lo show “Bar Stella” condotto da Stefano De Martino fino ad approdare al cinema con due film: Percoco – Il primo mostro d’Italia, di Pieluigi Ferradini, che racconta della prima strage familiare avvenuta in Italia, e Il Sol dell’Avvenire, di Nanni Moretti, che ha scritto una parte apposta per lui.
Nonostante il successo crescente, Scoditti è un ragazzo semplice e gentile, di una simpatia dirompente nel suo metro e novantacinque. Davanti ad un caffé ed un buon cornetto allo Chalet Ciro, ci racconta e si racconta dagli inizi della sua carriera.
Giuseppe Scoditti, raccontaci la tua storia
«Io sono nato a Bari il 4 Luglio 1991 al Policlinico di Bari dove sono cresciuto fino a 18 anni … pensa sono nato con un dito in più, che è stato tolto quasi subito, visto che non c’era osso, ma – mi mostra la cicatrice sulla mano – qui avverto ancora una forte sensibilità a causa delle terminazioni nervose che si erano formate. Mamma archeologa, papà magistrato, musicisti in famiglia ed una casa piena di libri. Mio padre era appassionato di musica classica e mi portava al Teatro San Carlo a vedere l’Opera, almeno una volta al mese e una grande passione per i film di Nanni Moretti e Woody Allen. Era inevitabile che mi appassionassi alle arti sceniche, ad un certro punto, ma per i miei genitori era findamentale che prendessi una laurea, pur volendo proseguire la strada che avevo scelto. Ho frequentato la facoltà di architettura che, secondo mia madre, rappresenta il connubio perfetto tra lo studio umanistico e quello scientifico, persuadendomi che molti registi come Peter Greenway, fossero laureati effettivamente in architettura… ma non faceva per me! Così mi sono laureato in lettere moderne, con una tesi sul teatro di August Strindberg (Drammaturgo, poeta e scrittore svedese vissuto tra il 1849 3 il 1912) e mi sono diplomato alla Scuola Civica di Teatro Paolo Grassi di Milano. Da lì ho iniziato a recitare in teatro e col tempo a scrivere degli spettacoli miei.»
Hai all’attivo molti spettacoli tuoi, infatti. 1 e 95, riferito alla tua altezza e lo spettacolo Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa. Quest’ultimo ha incuriosito moltissimi spettatori. Ti va di parlarcene?
«È uno spettacolo molto diverso da 1 e 95. Non è uno stand up comedy show, ma uno spettacolo in cui si mescolano molti linguaggi: il teatro di narrazione, il momento musicale in cui io canto un pezzo di Sergio Endrigo. C’è anche il cinema: abbiamo girato un film che parte durante lo spettacolo, ho usato le proiezioni come scenografia e soprattutto tengo sempre due posti liberi ed ogni sera alla fine dello spettacolo, accendo le luci in sala ed insieme al pubblico cerchiamo di scoprire se lui è venuto.
Finora, non è ancora avenuto a vederlo, ma sai cosa? Così è ancora più bello e più intenso. È uno spettacolo che parla di amarezza, di sogni, di delusioni. Raccontando di questo provino surreale on cui devo dire soltanto: “sono il figlio di Mario” e il conseguente rifiuto, spiego in maniera ironica e anche amara quanto è difficile fare l’attore come anche è difficile fare tante cose nella vita: l’importanza di crederci, di arrivare fino in fondo al risultato. Ed è tutto nella trama, nella passione che subisce una ingiusta delusione per un rifiuto di Paolo Sorrentino e costruisce una sorta di piano diabolico, attraverso l’arte e la recitazione per vendicarsi di lui, con il risultato che alla fine dello show non si capisce se io amo oppure odio Sorrentino!
Com’è nata la collaborazione con i Contenuti Zero?
I Contenuti Zero sono un gruppo fondato da me, Tano Mongelli – attore e cautautore – e Valentina Cardinali – attrice e soprano – nell’aprile 2017. Dopo che mi sono diplomato alla Scuola Grassi di Milano, ho cominciato a fare molto teatro ma non sempre gli spettacoli erano… belli! In uno ero addirittura nudo in scena e cominciavo addirittura a chiedermi perché stessi recitando in quelle produzioni, così ho cercato di tornare alle origini della mia scelta, a quello che mi appassionava della recitazione e mi sono ricordato dei miei idoli – Jim Carrey e Totò, per citarne u paio.
Attori comici: non dei comici o dei cabarettisti, ma artisti che hanno saputo raccontare con ironia. Così abbiamo iniziato in tre portando in scena gli Sketch di Walter Chiari, uno dei miei idoli. È accaduto che durante un festival per giovani compagnie ci hanno chiesto di che parlava il nostro spettacolo e noi abbiamo risposto semplicemente che era qualcosa così per ridere e ci hanno risposto: «ah quindi contenuti zero?» Ed effettivamente funzionava come nome. Da lì è nato “Contenuti Zero Varietà”. Abbiamo coinvolto la band di Tano, Tano e l’ora d’aria in cui suonava anche Carlo Giamusso (noto come Carlo Amleto) e la cosa è andata bene, tanto che abbiamo deciso di prendere un locale e scrivere dei nuovi sketch nuovi. Moltissimi nati dalla mente geniale di un altro talentuoso attore, appassionato di avanspettacolo, Andrea Delfino che si è unito al gruppo portando la parte drammaturgica. Con l’ingresso di Giulia Vecchio siamo diventati in dieci e sulla scia della tradizione del giorno del cabaret, abbiamo iniziato a portare in scena al Circolo Cicco Simonetta a Milano ogni primo mercoledì del mese!
In un momento in cui tutti i nostri colleghi si dedicavano al teatro imoegnato, noi abbiamo creato qualcosa di innovativo! Siamo come gli Avengers! Puoi vederci uno alla volta come nei film e infine tutti insieme come in End Game. Così sono nati i personaggi unici e incredibili che stiamo portando in scena al Bar Stella, più alcuni nuovi, come il critico cinematografico dei film Hard.
Parliamo adesso di Cinema
Ho girato per il momento due film. Uno è Percoco – Il primo mostro d’Italia. È un noir di Pierluigi Ferradini che parla di un delitto, un fatto vero accaduto proprio nel mio quartiere.
È il 1956, Franco Percoco uccide i genitori e il fratello, chiude i cadaveri nell’armadio e li tiene lì per 12 giorni durante i quali organizza delle feste in casa. Io interpreto l’amico che, non sapendo dei cadaveri in casa, gli organizzava le feste! Una bellissima esperienza. E poi c’è l’esperienza con Nanni Moretti che è la più bella della mia carriera, finora. Moretti è sempre stato il mio idolo, la costante della mia vita. In camera mia avevo la locandina del film Caro Diario, originale e incorniciata e poi lui ha scritto questa parte apposta per me e con Hollywood Reporter mi ha definito “Una forza della natura”! È un film straordinario che sta per approdare al Festival di Cannes e un’esperienza unica che spero di ripetere ancora nella vita, insieme al dedicarmi al Contenuti Zero.
Parliamo proprio del futuro: quali progetti ha in serbo Giuseppe Scoditti?
Con i Contenuti Zero voglimo realizzare dei video, non ripresi dallo spettacolo come visto su TikTok ma proprio un girato in piena regola e magari portare lo spettacolo a teatro, ma una cosa fatta bene, il che richiederà tempo ed impegno! Per quanto riguarda Paolo Sorrentino devo dirti una cosa, lo spettacolo andrà in scena a Roma, Milano, Monza, Torino e spero presto a Napoli, che è una città che amo moltissimo, anche se… complicata! Ma noi ci lavoreremo, si lavora sempre, mai fermarsi!
Immagine in evidenza: foto di Mario Zanaria