La tragedia di Riccardo III- O della morte e altri inganni di Gianluca Bonagura ed Elvira Buonocore in scena al Teatro Trianon-Viviani
La tragedia di Riccardo III- O della morte e altri inganni è una tragedia, costituita da un singolo atto, ideata da Gianluca Bonagura ed Elvira Buonocore, prodotta da Nostos Teatro di Aversa (in provincia di Caserta) e da Casa del Contemporaneo (situato a via Medina, nella città di Napoli) e è basata sull’opera Riccardo III di William Shakespeare. L’unico personaggio presente è quello interpretato dall’attore Edoardo Sorgente, il quale ha preso parte alla realizzazione dello spettacolo assieme all’aiuto regista Simone Di Meglio, agli addetti ai disegni di luce e al sonoro Andrea Iacopino e Simone Battaglia, alla costumista Anna Verde e al responsabile delle maschere Robin Summa. La messa in scena è avvenuta venerdì 30 giugno al Teatro Trianon-Viviani di Napoli.
La tragedia di Riccardo III- O della morte e altri inganni, la trama della tragedia di Bonagura e Buonocore basata sull’opera di Shakespeare
L’atto unico si svolge in una versione fantastica e atemporale dell’Inghilterra. Il sovrano Eduardo è stato assassinato in una congiura di palazzo organizzata dal perfido fratello Riccardo. In seguito, costui diventa il nuovo monarca col nome di Riccardo III e decide di sposare Anna, la consorte del suo predecessore.
Il desiderio di essere l’unico re e la paranoia per un possibile golpe tormentano il protagonista, egli non esita a uccidere i due nipotini (in quanto possibili eredi diretti al trono inglese) e a far giustiziare il nobile George (perché, secondo una profezia, un cortigiano con il nome che inizia per la G avrebbe guidato la rivolta). Nell’attimo prima di spirare, Riccardo rivive la sua vita e mostra (attraverso un dialogo immaginario con degli improbabili interlocutori) cosa significa essere “affamato di potere” e come farsi “logorare da quest’ultimo”…
Un dramma universale, il desiderio di potere da parte dell’umanità
Come nel caso di LadyEM con Rosalba di Girolamo e Mauro Racanati, il dramma shakespeariano rivive in una brevissima rappresentazione, in un’ambientazione priva di precisi riferimenti spazio-temporali. È come se la produzione teatrale dell’inglese provenisse da un patrimonio umano condivisibile, sia per i temi trattati che per le scelte narrative. La dimensione archetipica di Shakespeare ritorna nello spettacolo di Bonagura e Buonocore, Riccardo III affronta (nel corso della sua sanguinari e paranoica vita) i grandi problemi dell’umanità, il desiderio di prevalere sugli altri, il sesso, il potere, la ricchezza e la paura di perdere tutto.
L’altro tema importante è la follia. Il dramma del monarca è una “discesa verso gli oscuri meandri della mente”, dove essa incontra e si mescola con la schizofrenia e la paranoia. Il personaggio interpretato da Sorgente è tragico ma, contemporaneamente, anche comico. Quando parla con un pesciolino rosso in una boccia (che ritiene essere George) o con due muffin (considerati i due principini), certamente suscita il riso del pubblico; ma dietro questi momenti buffoneschi si nasconde ben altro. Successivamente lo vediamo urlare, saltare sopra un tavolo, bere una bottiglia di liquore e poi dipingersi la faccia per assomigliare a un pagliaccio, oppure indossare la corona e correre dimenandosi (mentre la luce e il buoi si alternano creando un effetto da discoteca).
La solitudine di Riccardo III a causa della sua brama di potere
In questo riadattamento postmoderno, si aggiunge un nuovo tema: la solitudine. Riccardo III è stato abbandonato a causa della sua perfidia. è da solo sul letto mentre sta morendo. La triste conseguenza per la sua brama di potere, ovvero il rifiuto degli altri. Sullo stesso sito del Campania Teatro Festival si spiega il senso di questo tema nell’opera del duo Bonagura-Buonocore con le seguenti parole:
È attraverso questo tempo della morte — che è anche memoria e sogno, tempo in cui le illusioni sono più vive, le finzioni palpabili e si riesce a toccare con mano l’ambizione segreta, il diniego, lo sforzo — che vediamo come l’ambito trono altro non è, per Riccardo, che la ricerca del riconoscimento unanime della sua bellezza. Riccardo vuole essere amato. Le trame che lo conducono alla ricerca di questo amore sono fitte di omicidi e assassinii. E il riconoscimento, la corona, il potere, anche quando arrivano non hanno il sapore che lui immaginava o forse intimamente desiderava che avessero.
La tragedia di Riccardo III, una vicenda raccontata tra psichedelia, onirismo e archetipi universali
La tragedia di Riccardo III- O della morte e altri inganni è un grande atto d’amore verso il teatro di William Shakespeare. L’opera dimostra l’immortalità del “Bardo”, l’autore inglese divenuto immortale perché (così come Eschilo, Sofocle, Euripide, Racine o Beckett) ha raccontato i drammi e le passioni che tormentano l’umanità, un viaggio in quello che ci differenzia da altri esseri viventi. La tragedia di Riccardo III è un dramma psichedelico, onirico, meta-teatrale e universale che saprà stupire il pubblico, anche se frequentano il teatro poche volte.
Fonte immagine di copertina dell’articolo “La Tragedia di Riccardo III- O della morte e altri inganni | La Recensione”: si ringrazia l’ufficio stampa del Campania Teatro Festival per la fotografia (scattata da Giusva Cennamo)