La vita davanti a sé, spettacolo diretto e interpretato da Silvio Orlando, è al Teatro Mercadante fino al 19 dicembre.
«Per prima cosa vi posso dire che abitavano al sesto piano senza ascensore e che per Madame Rosa, con tutti quei chili che si portava addosso e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana, con tutte le preoccupazioni e gli affanni. Ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava per qualcos’altro, perché era anche ebrea. Neanche la salute era un granché e vi posso dire fin d’ora che una donna come lei avrebbe meritato un ascensore». Sono queste le prime parole pronunciate, sulla scena, da Silvio Orlando, che mercoledì 8 dicembre ha esordito al Teatro Mercadante di Napoli con La vita davanti a sé, uno spettacolo da lui diretto e interpretato. Ad affiancarlo, l’Ensamble dell’Orchestra Terra Madre, diretto da Simone Campa.
Lo spettacolo di Orlando – al Mercadante fino al 19 dicembre – è tratto dall’omonimo romanzo di Romain Gary pubblicato nel 1975 ed edito in Italia da Neri Pozza. Questo narra la storia di Momò, un bimbo arabo abbandonato e segnato da un’infanzia difficile, che vive nel quartiere multietnico di Belleville con Madame Rosa, una anziana ed ex prostituta ebrea che sbarca il lunario prendendosi cura di quei figli mai riconosciuti, frutto di incidenti sul lavoro delle colleghe più giovani.
Vestiti i panni di Momò, Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro, raccontandoci le vite sgangherate, il senso d’abbandono e la spasmodica fame d’amore. Attraverso la solita ineccepibile interpretazione, l’attore napoletano diviene portavoce dei teneri, ma mai superficiali, pensieri di un fanciullo che, privato del rapporto con la propria madre, si fabbrica da sé un amico immaginario col manico di un ombrello e si preoccupa della salute della vecchia ex prostituta che lo ha cresciuto – instaurando con questa un amore filiare ugualmente candido e totalizzante.
La vita davanti a sé è, però, anche e soprattutto un inno al bene, un racconto di speranza in cui la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro. E così – sullo sfondo di una Belleville ferina eppure estremamente umana – Orlando si muove da solo sul palco e, avvalendosi di pochi elementi scenici, riesce a interpretare più personaggi contemporaneamente, dando loro una forma agli occhi degli spettatori. Con la solita leggerezza e l’ironia che caratterizza i suoi personaggi, ma senza mai scadere nel sentimentalismo spicciolo, egli ci invita a riconsiderare un sentimento ormai smarrito, quello dell’umana compassione.
Ma sopratutto, ci induce a riflettere su tematiche quali la convivenza fra diverse culture, la lotta dei ceti popolari vessati e senza nessuna garanzia e la precarietà di una vita che non trova equilibri facili e scontati. «Il genio di Gary – afferma Silvio Orlando – ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo, la convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti. Se questo è il quadro – conclude l’attore – quale funzione deve avere il teatro? Non certo indicare soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti, commoventi, divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante».
La rappresentazione sarà nel cartellone del Teatro Mercadante fino al 19 dicembre. Noi di Eroica vi consigliamo di andarla a vedere assolutamente! Per comprare i biglietti visita il link: https://www.vivaticket.com/it/biglietto/la-vita-davanti-a-se/168385
Foto di Gianni Biccari