Lido per mari unici va in scena al teatro Elicantropo dal 17 al 20 ottobre. Francesca Morgante, con l’aiuto regia di Angela Rosa D’Auria, scrive una storia particolare e universale insieme, ci fa rivivere il nostro passato e ci fa esplorare i suoi ricordi. Lido per mari unici è uno spettacolo unico messo in scena in un teatro intimo, è un piccolo dono per cuori grandi.
Lido per mari unici è presentato da Progetto L’Ait con il sostegno di Teatro Segreto. Le scene sono a cura di Vincenzo Fiorillo e Paolo Iammarrone, i costumi di Luciana Donadio, le musiche di Ivo Parlati, disegno luci di Sebastiano Cautiero, e la voce fuori campo è di Luca Lombardi.
Lido per mari unici ci porta su quella riva dove la gioia e l’appocundria si incontrano e il bagnasciuga si inonda di lacrime e risate
Lido per mari unici ci dà libero accesso a una storia personale e unica, riesce nell’impresa difficilissima di essere semplice e diretto. Lo spettacolo, che si apre con un vocale WhatsApp e si chiude in un pianto, dimostra quanto può essere imprevedibile la storia di una bambina che diventa donna.
Francesca Morgante in Lido per mari unici lotta contro quel giudice parassita che dimora nella nostra testa e ci impedisce di osservarci dall’esterno senza ricorrere a condanne e sentenze. In scena ci sono solo un ombrellone, una sedia e il mare, che non c’è ma che possiamo immaginare, perché Francesca Morgante si tuffa realisticamente. Le sue doti attoriali – che comprendono movenze disinvolte e naturali – le consentono di simulare l’impossibile.
In Lido per mari unici Francesca Morgante è ‘a nonna e ‘a mamma, è il venditore ambulante di graffe e sé stessa.
Francesca Morgante è un’abile trasformista, sul palco incarna l’essenza stessa dell’arte drammatica. La sua messinscena è artigianato puro: i suoi numerosissimi personaggi nascono da un lavoro di manifattura attento e minuzioso come quello di un fabbro. Francesca Morgante è insieme burattinaia e burattino, le sue bambole di legno prendono vita solo sotto la luce dei riflettori, il loro habitat naturale è il palcoscenico. Francesca Morgante è lido e mare, mente e cuore, approdo sicuro e moto ondoso.
Lido per mari unici ha come protagonisti uno, nessuno e centomila personaggi, che sono frutto di una rielaborazione inconscia delle Memorie di una ragazza per bene. Si tratta di persone reali truccate appositamente per la scena, che poi è lo stesso processo che compie la nostra mente quando ricodifica e condisce di fantasia i momenti passati, gli incontri, le nenie subite dalle nostre orecchie nella primissima infanzia. Ed ecco che – data la strettissima sorellanza tra memoria e immaginazione – il processo creativo prende forma da ciò che di più reale esiste: il nostro esserci fisico nel presente (struccati e con i capelli in disordine).
Francesca Morgante in Lido per mari unici è una Morgana e pure un’ingenua bambina, è una vrenzola eccentrica, è un bagnino macho, è un vecchio napoletano, è una teatrante del quotidiano e una professionista, è tutto, perché tutti possiamo essere tutte queste cose insieme, contenere molteplicità.
Sandra portami al mare è il ritornello della canzone che fa da colonna sonora alla sua discesa in spiaggia, sulle spalle uno zaino pieno di spillette, un accessorio adolescenziale, che all’occorrenza Francesca apre per tirare fuori qualche ricordo o per rigettarvi dentro qualche spiacevole delusione e richiuderla bene, segregarla con la zip.
In Lido per mari unici il sogno è riprodotto in maniera realistica, le memorie e i traumi tormentano il presente, come ombre che oscurano la luce. Francesca Morgante esorcizza, però, con la comicità il passato e, indossando i panni della madre, del padre e poi di uno sconosciuto, concretizza la possibilità di pensarsi un’essere in continuo movimento, di poter cambiare sempre, ché nessun personaggio interpretato fino a un minuto prima ci può rimanere incollato addosso, nessuna scelta è irreversibile, ogni maschera si può togliere dal volto e sceglierne un’altra o non indossarne proprio nessuna.
Francesca Morgante in Lido per mare unici è un’eroina dell’ordinario, trasforma la routine di una bambina qualunque in una storia straordinaria. Canta divinamente, balla, salta, gesticola e si immobilizza. Il suo spettacolo è un fumetto, un cartone e un film d’autore, tutto in un’ora.
Lido per mari unici ci lascia in bocca un sapore di dolciumi, negli occhi visioni di sogno e di fantasia, nelle orecchie rumori dei giochi d’infanzia: la paletta e il secchiello di plastica sulla spiaggia. Così, anche se il castello si è frantumato, sotto le macerie sono rimasti solo l’abito rosa e la corona di una piccola principessina, ma ad alzarsi e a gridare a gran voce è una donna con i piedi scalzi che, dopo aver nuotato a lungo, finalmente tocca terra, dallo stato di apnea risale a galla.
Non ci resta che ringraziare Francesca Morgante che ha scritto un monologo per donne uniche, ognuna con il proprio mare personale. Lido per mari unici è la dimostrazione che il teatro del reale esiste e ci consente di esercitare l’empatia e di assistere a questa bizzarra messinscena che è la vita – la vita delle donne in particolare – per riderne e piangerne insieme.
«Sei forte ‘a nonna!»
fonte foto di copertina: ufficio stampa