L’UBU di Robert Wilson al Campania Teatro Festival

Ubu di Robert Wilson

L’Ubu di Robert Wilson, appuntamento imperdibile del Campania Teatro Festival, in scena il 12 e 13 ottobre presso il Galoppatoio della Reggia di Portici, non ha disatteso le aspettative di chi ormai, da tempo, conosce e apprezza la meravigliosa arte del regista statunitense. 

Ad accogliere gli spettatori una scenografia essenzialmente cartacea: di carta ricoperto il pavimento, di carta ricoperti gli attori, bellissimi e immobili, come marionette in una dimensione onirica, sospesa nel tempo e nello spazio, dove la luce, come generalmente accade nel teatro di Wilson, la fa da padrone.

Alla base dell’Ubu di Robert Wilson  c’è il testo del drammaturgo francese Alfred Jarry, Ubu re (in francese Ubu roi), scritto nel 1896 e considerato una pietra miliare del teatro novecentesco. Una storia che racconta di guerre e totalitarismi, una storia di cui inevitabilmente si avvertono l’urgenza e l’attualità.

Protagonista della pièce è Ubu, che, spinto dalla moglie, dopo lo sterminio del re in carica e della sua famiglia, durante un banchetto, da suddito diventa a sua volta re. Una volta poggiato il suo culo sul trono, si trasforma in un tiranno disposto a tutto pur di consolidare il suo potere. 

Al tuo posto, quel culo, vorrei piazzarlo su un trono. Potresti aumentare enormemente le tue ricchezze , mangiare salsiccia quasi tutti i giorni, andare in carrozza per le strade.

L’Ubu di Robert Wilson porta in scena una vicenda grottesca che smaschera la meschinità e le brutture di cui è capace l’animo umano: cattivissimi e surreali Papà Ubu e Mamma Ubu, sua moglie. In un’affascinate atmosfera di fantasticheria, che nasce dallo stretto legame con le ricerche e le creazioni di Joan Mirò intorno all’universo di Ubu Roi, vediamo susseguirsi sulla scena deliri e crudeltà, il tutto condito da un umorismo brillante, in una fusione fra tragico e comico, tipica del teatro dell’assurdo.

Bravissimi i performer Mona Belizán, Biel Morro, Lulu Cormican, Alejandro Navarro, Joan Maria Pascual, Sandrine Penda, Joana Peralta, Sienna Vila, Alba Vinton che danzano, si muovono abilmente su una scena in cui diversi linguaggi si fondono a creare quella meravigliosa arte, firmata Wilson. 

Come si legge nelle note di regia: Ubu è una performance. Non è una vera e propria opera teatrale, né un’installazione d’arte visiva…Il cast è considerato come un ensemble, dove la nozione di personaggio svanisce. È tutto un atto e una danza. Utilizzando il montaggio di testi e movimenti come un collage dinamico, con mezzi diversi come marionette, striscioni, animali, danze grottesche e voci registrate, per costruire una costellazione di sequenze che danno al pubblico la libertà di interpretare dal proprio punto di vista questa ridicola rappresentazione del potere e della barbarie.

Uno spettacolo da vedere assolutamente l’Ubu di Robert Wilson, uno spettacolo bellissimo e assurdo per raccontare storie passate e, purtroppo, terribilmente presenti. 

Testo, Regia, Scenografia e Disegno luci Robert Wilson

Co-regista Charles Chemin
Co-scenografa Stephanie Engeln
Co-lighting designer Marcello Lumaca
Costumi Aina Moroms
Pupazzi Joan Baixas, La Claca / basato sul design originale di Joan Miró
Materiali testuali Eli Troen, Robert Wilson e Charles Chemin / basati su Ubu Roi di Alfred Jarry

Performer Mona Belizán, Biel Morro, Lulu Cormican, Alejandro Navarro, Joan Maria Pascual, Sandrine Penda, Joana Peralta, Sienna Vila, Alba Vinton

Assistente alla regia e direttrice di scena Maite Román
Supervisore luci Simon Gautier
Suoni Dario Felli e Joan Vila
Capomacchinista Pablo Sacristán
Assistente alla direzione di scena Sienna Vila
Assistenti ai costumi Carme Miró, Mimi Sánchez
Assistente personale di Mr Wilson Paul Auls

Produttrice associata Hannah Mavor
Produttrice Jenny Vila
Idea originale Imma Prieto

Fotografo Luca Rocchi

Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa

A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

Vedi tutti gli articoli di Rossella Capuano

Commenta