Recensione di Miracoli Metropolitani, piccolo capolavoro firmato Carrozzeria Orfeo.
La scena si apre in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina in cui si muovono personaggi stereotipati, eppure tremendamente reali. All’esterno una città non ben definita in cui le fogne, che non riescono più a contenere spazzatura e rifiuti tossici, costringono la popolazione all’autoreclusione.
Un’umanità che reagisce all’incomunicabilità rifugiandosi sul web e sfornando cibi inscatolati per intolleranti alimentari. Una galleria di tipi umani, che profeticamente, rappresenta le sorti future: Plinio, uno chef stellato caduto in rovina; Clara, sua moglie che, da lavapiatti, si mostra disposta a tutto pur di diventare un’imprenditrice e vivere una vita fatta di abiti firmati e aperitivi alla moda; Igor, figlio diciannovenne di Clara, analfabeta emotivo che trascorre le sue giornate affondando immigrati in un videogame.
A completare la sgangherata crew, Patty, la settantenne madre di Plinio, ex brigatista intenta a preparare bombe per difendere gli immigrati, che sogna di vivere in una comune di stampo woodstockiano; Cesare, di professione insegnante e aspirante suicida; Mosquito, un carcerato costretto ai lavori socialmente utili, che sogna di superare un provino per diventare attore; Mohamed, docente universitario in Libano che fatica a sbarcare il lunario, in Italia, facendo il rider; infine, Hope, lavapiatti etiope arrivata in Italia con un pesante fardello.
Miracoli Metropolitani, in scena al Teatro Bellini di Napoli dal 22 febbraio al 13 marzo, è uno spettacolo da vedere, senza se e senza ma. Geniale, profetico, tragico, comico. Una denuncia di quanto accade nel nostro presente, che costringe lo spettatore a fermarsi, a interrogarsi, a guardarsi vivere da quello strappo nel cielo di carta di pirandelliana memoria. E lo fa divertendo. Scuotendo e divertendo.
Ho scritto il testo a ottobre, prima del Covid-19, già immaginando una società chiusa ormai in casa, perché il pianeta le si è rivoltato contro. – racconta Gabriele Di Luca – Se in Cous Cous Klan a mancare era l’acqua, stavolta le fogne stanno esplodendo, i trasporti sono fermi, la disoccupazione tocca il 62%, la Messa si celebra soltanto in streaming. Il richiamo al nostro mondo e ai suoi escrementi, reali e figurati, mi sembra chiaro, come la metafora della solitudine sociale e interpersonale, ormai allarmante.
MIRACOLI METROPOLITANI
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con (in o.a.) Elsa Bossi (Patty), Ambra Chiarello (Hope), Federico Gatti (Igor), Aleph Viola (Mosquito/Mohamed), Beatrice Schiros (Clara), Massimiliano Setti (Cesare), Federico Vanni (Plinio)
Si ringrazia Barbara Ronchi per la voce della moglie
musiche originali Massimiliano Setti
scenografia e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale”
Fonte immagine in evidenza: Teatro Bellini