Recensione di Moby Dick alla prova, uno spettacolo di Elio De Capitani, in scena al Teatro Bellini dal 7 al 12 febbraio.
Il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra, Welles va in scena per lottare personalmente con le sue balene bianche: Melville, il palco vuoto e la sala piena di spettatori. Al pubblico non dà né mare, né balene, né navi. Dà una compagnia di attori, se stesso in tre ruoli, Achab compreso, e il suo testo, su cui aveva lavorato per mesi, nel quale intreccia il capolavoro di Melville con il Lear. E ora tocca a noi, che una balena in più abbiamo da inseguire: oltre Melville, al palco vuoto e alla sala piena di spettatori, c’è lui, c’è Orson Welles, la balena nera con cappello e sigaro.
Queste le parole che si leggono nelle note di regia dello spettacolo sapientemente curato da Elio De Capitani, che si cimenta nel gioco metateatrale di Orson Welles e, come Orson Welles, interpreta ben quattro personaggi: Lear, il Capocomico, Achab e Padre Mapple.
Una scenografia scarna, disadorna e degli uomini meravigliosamente disordinati, fuori posto che, come personaggi di pirandelliana memoria, cercano di capire cosa fare, e così, tra una prova e l’altra, svestiti i panni di Re Lear, finiscono a solcare i mari in cerca di una balena bianca, Moby Dick. Il protagonista della scena, rompendo la quarta parete, si rivolge agli spettatori, facendo affidamento alla loro fantasia, per arrivare laddove la compagnia non riesce con i suoi mezzi.
Un meraviglioso fluire di suggestioni sonore, visive, affidate a lavoro, fatica, mani e ombre che si dipanano tra luci e canti. I canti dei marinai, il suono delle balene, le vele battute dal vento catapultano lo spettatore dentro l’oceano, in una tempesta burrascosa tra mostri, odio, amore, paura, piacere, facendogli sentire sulla propria pelle lo sforzo e la fatica dell’inseguimento della creatura bianca.
Quella di Capitani è una gigantesca sfida al grande romanzo americano Moby Dick alla prova, capolavoro drammaturgico che si interroga sul senso della vita, sulla lotta tra bene e male e sull’ineluttabilità del destino.
Un’impresa decisamente riuscita.
MOBY DICK ALLA PROVA
di Orson Welles
adattato, prevalentemente in versi sciolti, dal romanzo di Herman Melville
traduzione Cristina Viti
uno spettacolo di Elio De Capitani
costumi Ferdinando Bruni
maschere Marco Bonadei
musiche dal vivo Mario Arcari e Francesca Breschi
luci Michele Ceglia
suono Gianfranco Turco
con Elio De Capitani
Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari
assistente regia Alessandro Frigerio
assistente scene Roberta Monopoli
assistente costumi Elena Rossi
una coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Gigi Dall’Aglio, attore, regista, maieuta, grande amico e compagno d’arte
Immagine in evidenza: Teatro Bellini
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