Al teatro Galleria Toledo di Napoli, febbraio si è aperto con Nella lingua e nella spada: in solo, uno spettacolo che esplora l’incontro, il rapporto e la prematura separazione tra la giornalista (e scrittrice) Oriana Fallaci ed il rivoluzionario (e poeta) greco Alexandros Panagulis.
In fondo al palco, dietro un telone illuminato (il disegno di luci è stato curato da Loredana Oddone), si dimena una figura identificabile come un uccello che tenta di spiccare il volo: il simbolo della libertà costantemente perseguita dai due protagonisti de Nella lingua e nella spada: in solo. Ad arricchire la curiosa atmosfera ascoltiamo le musiche incalzanti di Luigi Ceccarelli e le registrazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia che contribuiscono a tenere alta la concentrazione dello spettatore, impaziente nello scoprire l’evolversi della situazione. A coordinare tutto questo, Raffaele Bassetti si è occupato della drammaturgia sonora.
Due volte premio Ubu (nel 2000 e nel 2016), Elena Bucci domina la scena con eccezionale intensità e maestria della tecnica nel prestare corpo, volto e voce a entrambi i protagonisti de Nella lingua e nella spada: in solo. L’attrice, nonché regista ed elaboratrice della drammaturgia del testo, ci trascina sin da subito in questa storia fatta di tormenti e tenerezze. In scena, tutto gira attorno ad un semplice fascio di corde attaccate al soffitto, che, una volta sciolto, diventa la “tomba” fatta di sbarre nella quale Alexandros Panagulis è stato costretto per tre anni e mezzo. L’attivista per la democrazia e i diritti umani fu infatti perseguitato, imprigionato e torturato in seguito al fallimento dell’attentato contro Georgios Papadopoulos, uomo a capo della dittatura dei colonnelli (regime di ispirazione fascista proseguito in Grecia dal 1967 al 1974).
Nella rappresentazione si indaga questo periodo sottolineando quanto sia stato problematico dover sopportare tali sofferenze: egli resistette ai dolori ed alla pazzia prendendosi gioco dei carcerari e scrivendo instancabilmente poesie. Tramite una narrazione che sembra affondare le radici nel ricordo, ne Nella lingua e nella spada in solo ci viene raccontato non solo il primo incontro tra Oriana Fallaci e Alexandros Panagulis ma anche l’ultimo. Tutto ebbe inizio il 22 agosto 1973, durante un’intervista tenutasi il giorno dopo la scarcerazione (avvenuta grazie ad un’amnistia concessa in seguito alle pressioni internazionali). E infine, come se ogni attimo fosse volato, tutto si concluse il 1 maggio 1976, alla morte di lui in seguito a un insolito incidente stradale.
Per chi fosse interessato al tema dello spettacolo Nella lingua e nella spada: in solo, oppure ad approfondire i motivi politici o storici di certe scelte o situazioni, nel libro del 1979 Un uomo di Oriana Fallaci, è racchiuso tutto ciò che successe tra lei e il suo compagno di vita, nella lingua e nella spada, nella poesia e nella lotta, nella scrittura e nel giornalismo.
Fonte dell’immagine in evidenza per “Nella lingua e nella spada: in solo (Galleria Toledo)”: ufficio stampa.