Nous: l’intervista alla compagnia napoletana

Nous: l'intervista alla compagnia napoletana

Compagnia Nous: una nuova scoperta partenopea

Da gennaio 2024 diventa attiva sul suolo partenopeo la Compagnia Nous. Quattro giovani artisti, nuove promesse del teatro, tra cui Antonio Barberio, Sara Esposito, Sebastiano Gavasso e Gaia Galati, e un solo obiettivo comune: fondare un gruppo che porti avanti coraggiosamente un certo recupero della genuinità dell’arte teatrale, nonché del suo divertimento serio e rispettoso. La compagnia debutta con Nostra Signora degli Schiavi, di Sara Esposito, in occasione della Candelora di Montevergine ed è attualmente in finale al Bando Giving Back indetto da Carrozzeria Orfeo con Ad A., un nuovo testo della suddetta autrice. Ecco che gli artisti si raccontano in questa breve intervista!

L’intervista

Ciao! Qual è stato il percorso artistico che ha portato alla nascita della Compagnia Nous?

«Ciao Francesca. Compagnia Nous è, in realtà, giovanissima. Nata nemmeno un paio di mesi fa. A dire la verità non era nemmeno in programma, ma sai come succedono certe cose?! Un giorno ti svegli, bevi il tuo cappuccino di soia caldo in tazza fredda con poca schiuma e molto cacao zuccherato quanto basta, ed ecco che hai una compagnia teatrale.

Scherzo, la verità è che Compagnia Nous è nata dopo un periodo di grande sconforto artistico. Purtroppo, il mestiere dell’artista non è sempre semplice e a dire il vero il sistema teatrale non aiuta per niente, quindi abbiamo deciso di unirci e far leva sulle esperienze artistiche dei singoli che, oltre ad aver affrontato percorsi totalmente diversi (teatro, musica, strada, etc.) ricercano un dialogo costruttivo mirato a far emergere le peculiarità e i diversi talenti di ognuno.
Nous è ricerca, cuore e necessità di contaminazione
».

Chi c’è dietro Nous? Raccontateci un po’ di voi!

«Come si diceva prima, Nous è formata da artisti che hanno avuto percorsi differenti.
C’è chi addirittura non ha mai messo piede su di un palcoscenico, ma che possiede una fortissima arte nella gestione e nell’organizzazione di una compagnia. Un’altra tipologia di arte.
Tutto ha iniziato a prendere forma nell’ottobre del 2023, quando Sara Esposito e Gaia Galati decisero che era il momento di rivoluzionare le loro vite: nasce l’idea di Nous a cui si unisce immediatamente Antonio Barberio, in arte Dr. Nautilus, con cui si crea da subito una chimica artistica e umana che ne solidifica il patto, pur mettendo a dura prova le sue coronarie.
Sì, perché, diciamocelo, mettere su una compagnia richiede un sacco di sacrifici, tempo ed energie… comunque vuol dire mettere a confronto modi di pensare diversi e i grattacapi per mantenere un buon equilibrio non sono mai pochi.
Ma la consapevolezza che ci accompagna e soprattutto la perseveranza che ci caratterizza, ci sta aiutando in questa piccola impresa personale.
Sara si occupa della drammaturgia, della regia e della parte attoriale, lavora in teatro da 14 anni e non credo di esagerare quando dico che ha donato davvero anni e anni della sua vita a studiare per affinare le sue competenze, generalmente le persone pensano sia una stronza… in realtà è solo molto timida.
Gaia ha un background da skipper e insegnante di vela, sicuramente il mare le ha insegnato l’importanza della libertà organizzata, infatti lei si occupa della parte organizzativa, è il cervello quadrato della compagnia ed è lei che controlla i ritmi e che non si divaghi troppo durante le prove.
Antonio è invece compositore, musicista e cantante, la parte musicale degli spettacoli è curata fin nei minimi particolari dalla sua particolarissima sensibilità, che lo rendono un elemento fondamentale per la creazione dei mondi visionari in cui vorremmo portarvi. Infatti per Ad A. le musiche sono state realizzate in collaborazione con Moltymoon, un progetto parallelo di Antonio e Jessica Abbruzzese Saccardi.
In occasione della nascita di Ad A. subentra Sebastiano Gavasso, attore romano con cui Sara aveva collaborato in DAdP (Dignità Autonome di Prostituzione), che abbraccia il progetto con un fortissimo entusiasmo ed un profondo rispetto che, per quanto ci riguarda, è attribuibile solo alle grandi personalità.
Ma, oltre questo progetto, altre persone ruotano intorno alla costruzione di Nous, alcune più attivamente, altre agiscono con il favore delle tenebre… ah no, quella è un’altra storia
».

Quale idea di arte accompagna la Compagnia? O meglio, qual è il pensiero motore che vi spinge a portare bellezza attraverso l’arte?

«Abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di destrutturare il più possibile le regole della “famiglia” teatrale tradizionale appropriandoci, invece, del concetto animalesco di branco in cui i ruoli sono ben definiti e ci si unisce solo se un soggetto può apportare un valore aggiunto al gruppo. Nel linguaggio umano si chiama: meritocrazia. Siamo appassionati dei contrasti, il concetto di bellezza che ci interessa si trova più nei movimenti sgraziati di un folle che danza sui binari del treno, che in quelle delle pieghe perfette di un tutù. La poetica che ricerchiamo immerge le sue radici nella decadenza della periferia, nelle nevrosi umane, nello studio della società e nei risvolti mendaci, affrontando il tutto con cinica ironia ed indagando la verità più profonda, con sporcature di teatro danza e clownerie».

Si legge che la Compagnia Nous è finalista al Bando Giving Back con lo spettacolo Ad A. Di cosa parla?

«Ad A. è una dedica e, al tempo stesso, il titolo dello spettacolo che protegge l’identità della vera protagonista e le affida un nuovo nome affinché la sua storia possa essere raccontata: Ada.
Ada ha 40 anni e tanta voglia di vivere, talmente tanta che riesce a vivere anche 10 vite in una sola giornata.
Ada ha 40 anni e l’Alzheimer giovanile.
Pietro è l’infermiere che la rincorre, la sgrida, la sfama, subisce le sue angherie e se ne prende cura, ed è suo marito, anche se lei non lo ricorda. Insieme a Pietro, in questo delirio distopico, c’è Max, il fratello, chimico farmaceutico dedito alla marijuana e alle droghe psichedeliche.
A rompere questo delicato meccanismo, una soffiata della vicina all’Ispettorato Centrale per la Conformità, branca autonoma del partito ultraconservatore al potere, che non vede l’ora di incastrare chiunque si opponga, in qualsiasi modo, al regime.
Poi… dovete venire a vederlo per sapere che succederà!»
.

Ci sono progetti futuri ai quali state lavorando? Possiamo avere qualche anticipazione?

«Abbiamo in programma un bel viaggetto in una capitale europea, per un evento in cui crediamo tanto, oltre che artisticamente anche umanamente, che collega varie realtà artistiche e non solo, ma al momento non possiamo anticipare nulla. Poi abbiamo in cantiere un altro paio di spettacoli, uno a tema “radici” e uno che affronta il tema dei rapporti familiari».

Fonte immagine di copertina: Carmine Ice

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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