Pinocchio – che cos’è una persona? di Iodice | Recensione

Pinocchio - che cos'è una persona?, di Iodice | Recensione

Al Teatro San Ferdinando con lo spettacolo Pinocchio – che cos’è una persona? attori e attrici “stra-ordinari” si interrogano sul concetto di normalità, chiedendo cosa sia anche al pubblico.

«Maestro, maestro! Che cos’è la normalità?»

 A dare anima e corpo alla rappresentazione Pinocchio – che cos’è una persona? sono ragazzi, ragazze e anche persone un po’ più mature che presentano tutti una propria disabilità, persone “stra-ordinarie” poiché fuori da quanto viene ritenuto convenzionalmente “ordinario”. Si interrogano e, a loro volta, interrogano su cosa sia la normalità, su cosa e chi siano le persone; non chiedono di essere spiegati la diversità che, al contrario, è un qualcosa che sono costretti fin troppo a dovere capire. Un argomento complesso, estremamente delicato, ma che Davide Iodice – regista e drammaturgo – riesce a toccare con tanta dolcezza, delicatezza e, soprattutto, verità attraverso la metafora di “Pinocchio”, il celebre bambino nato da un pezzo di legno, tramandato da Collodi in poi .

Infatti, Davide Iodice spiega nelle sue note su Pinocchio – che cos’è una persona?: «Geppetto è un genitore che ha un figlio generato da un pezzo di legno e vuole a tutti i costi renderlo “normale”. Noi che lavoriamo con la diversità e la fragilità, sappiamo come il concetto di normalità sia molto malinteso e pericoloso. Sento l’esigenza, dopo anni, di fare un vero e proprio manifesto per e sulla disabilità. Spesso c’è tanta retorica, tanta carità un po’ penosa. Quello della disabilità è un mondo molto complesso e ricco, c’è una volontà di espressione da parte di questi ragazzi, di essere visti per quello che sono. Ai ragazzi spiego che la “normalità” è il diritto ad avere momenti di felicità, di espressione, di condivisione».

Pinocchio – che cos’è una persona?: lavorare sulla normalità e sulla diversità

Quando ci si relaziona con disabili si pensa subito a cosa sia la “diversità”, ma Pinocchio – che cos’è una persona?, invece, invita gli attori, tutto il team che ha realizzato il progetto, nonché il pubblico a porre l’attenzione su cosa sia effettivamente la “normalità”. E che cosa può essere se non il diritto alla serenità in quanto prima di ogni altra cosa esseri umani, il diritto a vivere una, cento e mille vite al massimo della loro espressione in quanto prima di ogni altra cosa esseri umani, il diritto, infine, di provare almeno a ricercare la felicità, come tutti, in quanto prima di ogni altra cosa esseri umani? Un lavoro che viene svolto, perciò, non soltanto sugli attori “stra-ordinari”, bensì innanzitutto sui loro familiari, o chiunque sia un punto di riferimento per loro, presenti anch’essi sulla scena.

Pinocchio – che cos’è una persona? è stato ideato, scritto e diretto da Davide Iodice, con gli studi sui movimenti scenici di Chiara Alborino e Lia Gusein-Zadé, l’equipe pedagogica composta da Monica Palomby, Eleonora Ricciardi ed i tutor Danilo Blaquier, Veronica D’Elia, Mara Merullo. Un grazie va dedicato alla parte laboratoriale da parte di Scuola Elementare del Teatro Aps, al Campania Teatro Festival, a Forgat OdV e al Teatro Trianon Viviani. Sulla scena, gli attori: Giorgio Albero, Gaetano Balzano, Danilo Blaquier, Federico Caccese, Stefano Cocifoglia, Giuseppe De Cesare, Simona De Cesare, Patrizia De Rosa, Gianluca De Stefano, Paola Delli Paoli, Chiara Alina Di Sarno, Aliù Fofana, Cynthia Fiumanò, Vincenzo Iaquinangelo, Marino Mazzei, Serena Mazzei, Giuseppina Oliva, Ariele Pone, Tommaso Renzuto Iodice, Giovanna Silvestri, Jurij Tognaccini, Renato Tognaccini.

Fonte immagine: Ufficio Stampa

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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