Recensione dello spettacolo teatrale Regalo di Natale: Pupi Avati al Teatro Bellini
Nulla come il gioco del poker vi rivela la persona morale di chi vi sta di fronte
Pupi Avati
Ci troviamo in una villa, la notte di Natale. Quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, che non si vedono da dieci anni, si ritrovano per giocare una partita di poker e incontrano quello che è designato ad essere il pollo da spennare, il misterioso avvocato Santelia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. In realtà è il presunto pollo a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell’altro, hanno perso.
Era il 1986 quando nelle sale, scritto e diretto da Pupi Avati, usciva Regalo di Natale, che il regista Marcello Cotugno porta in scena al Teatro Bellini di Napoli.
In una scenografia, sapientemente curata da Luigi Ferrigno, quattro amici condividono una serata che del Natale ha solo un albero. A rompere il silenzio Lele e Stefano, interpretati da Giovanni Esposito e da Gennaro Di Biase, che, con grandi doti interpretative, si confrontano sulla loro quotidianità, regalando al pubblico momenti esilaranti. Con l’arrivo di Franco (Pierluigi Corallo) e di Ugo (Valerio Santoro), si risvegliano vecchi rancori mai sopiti, frutto di tradimenti e menzogne, rivelando la reale natura della partita di poker che si apprestano a giocare, in compagnia dell’avvocato Santelia, interpretato da Gigio Alberti. Una partita tutt’altro che amichevole; sul piatto, oltre a un bel po’ di soldi, c’è il bilancio della vita di ognuno: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. Coinvolgente l’atmosfera attorno al tavolo che quasi fa sentire lo spettatore partecipe dell’evento.
Come si legge nelle note di regia: «La parabola di Regalo di Natale è il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati. Se il poker è lo specchio della vita, il teatro è il luogo dove attori e spettatori si possono rispecchiare gli uni negli altri. E due specchi messi uno di fronte all’altro generano immagini. Infinite».
Regalo di Natale
regia Marcello Cotugno
con Gigio Alberti, Fulvio Pepe, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase
Immagine in evidenza: teatrobellini.it