Quick Response, una performance di Gieskes e Apicella

Quick Response, di Gieskes e Valeria Apicella | CTF

Quick Response: un progetto di Quartieri di Vita. Life infected with social theatre!

Il Campania Teatro Festival propone ancora spettacoli nati nell’ambito del progetto di Quartieri di Vita. Life infected with social theatre! Ma questa è la volta di Quick Response: spettacolo nato anche grazie al sostegno del Goethe Institut Neapel ed Eunic Global, ideato come coreografia diretta da Swaantje Gieskes e Valeria Apicella e interpretata da Sofia Dmyterchuk, Anastasiia Dmyterchuk, Jimena Nicol Beltran Hernandez e Federica Pagano, per una produzione Residenza 3.14 con il sostegno di Cooperativa Sociale Dedalus/Progetto Officine Gomitoli e Puntozerovaleriaapicella.

«Di cosa hai bisogno per sentirti al sicuro? Cosa desideri? Cosa credi che le generazioni più adulte debbano capire dei giovani?»

Queste le domande che Quick Response pone al centro della sua performance, dando vita all’arte di esplorare il corpo come espressione sociale. Infatti, attraverso un percorso formativo svolto tra cinque ragazze con Swaantje Gieskes e Valeria Apicella, sono state indagate le potenzialità espressive del linguaggio non verbale, con un lavoro di coordinazione, reattivitàrapidità e interazione fisica.

In tal modo, Quick Response si è posto lo scopo di discutere sul concetto di velocità al quale le generazioni attuali sono ormai abituate, rendendo queste ultime protagoniste della pièce. In un momento storico in cui tutto è improntato sulla velocità, in cui soprattutto i giovani sono catalizzati da ciò che è istantaneo e rapido in ogni aspetto della loro quotidianità e si sentono sempre costretti a muoversi, come se il tempo fosse ridotto a una clessidra che sta per esaurirsi, il lavoro fisico svolto con Gieskes e Apicella ferma gli orologi e rende questo progresso ininterrotto e sfiancante al giudizio della platea.

Perciò, non sono un caso due elementi fondamentali in Quick Response: i cellulari e il corpo con i suoi movimenti ben scanditi, analizzati e curati. Infatti, con i cellulari si apre e si conclude lo spettacolo — tra l’altro, con la trovata iniziale di rendere le giovani attrici delle disturbatrici nella platea di un pubblico in un primo momento ignaro — materializzando in essi esattamente la reattività scandita e molto spesso sfrenata delle nuove generazioni. Con i corpi, di conseguenza, in un disegno apparentemente astratto ma ben collegato, si ha modo di dimostrare questa velocità, quasi a volerne indicare la consistenza più che mai reale.

Tutto questo lavoro, infine, parte dalle domande citate sopra. Allora, con Quick Response il teatro si fa gioco, uno spazio scenico di sperimentazione delle molteplici possibilità espressive in una dimensione sempre aperta, un luogo dove ricercare modi non necessariamente classici per comunicare e, dunque, creare un’unità socievole tra attori e pubblico. Sembra quasi di assistere a una prova a scena aperta, con una tipologia di esercizi non verbali che si svolge effettivamente nelle scuole di teatro. L’essenza dello spettacolo risiede proprio in questo: togliere le strutture teatrali e approcciare a una manifestazione diretta.

Fonte immagine: Ufficio Stampa 

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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