La Sala Assoli di Napoli ha proposto la pièce “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello da venerdì 15 a domenica 17 novembre. Il famoso monologo è stato rivisitato e diretto da Benedetta Buccellato che ne ha costituito anche la sua unica interprete, oltre a esserne stata musa ispiratrice a suo tempo. Lo spettacolo è stato prodotto da Casa del Contemporaneo.
Anna Cappelli costituisce senza alcun dubbio una delle opere più celebri e profonde del grande drammaturgo, attore e regista teatrale di origine partenopea, Annibale Ruccello, il quale, tra l’altro, è prematuramente scomparso proprio poco prima del debutto della sua creazione, avvenuto nel 1986.
L’operazione di Benedetta Buccellato
La rappresentazione ha fatto il suo ritorno sulle scene dopo circa un quarantennio dalla sua realizzazione. Benedetta Buccellato, l’interprete originale della prima versione del dramma, ha vestito i panni della protagonista, Anna, una donna che si confronta con il fantasma pungente e sgradevole della solitudine ma anche con quello della frustrante emarginazione e infine con quello della più amara disperazione che consegue al naufragio delle sue aspettative.
L’iniziativa “Nel Segno di Annibale”
Lo spettacolo appartiene all’iniziativa “Nel Segno di Annibale”, intitolata così per omaggiare la memoria e l’attività del prolifico e antesignano drammaturgo destinato a influenzare in modo considerevole il teatro degli anni Ottanta all’interno del nostro Paese.
La rilettura di Anna Cappelli si colloca dunque nell’ambito di un progetto maggiormente esteso che è dedicato alla valorizzazione dell’operato creativo e artistico di Ruccello, iniziando dalla promozione dell’edizione critica dei suoi testi, a cura dall’Università Federico II del capoluogo campano.
La nuova Anna Cappelli
Nell’edizione recente e rivisitata di Anna Cappelli, la prima attrice ripensa alle tappe fondamentali della propria esistenza, a partire dal ricordo “tossico” della sua convivenza con la signora Tavernini al principio della sua relazione con il ragioniere Tonino Scarpa, per giungere, infine, alla cocente delusione che delinea il capolinea della sua ambivalente liaison.
Il dramma è completamente articolato e focalizzato attorno alla caratterizzazione del personaggio principale e alla sua dimensione psicologica.
Tirando le somme
Questa rivisitazione di Anna Cappelli si è rivelata, quindi, un’occasione pressocché unica per poter apprezzare il lavoro dell’originale artista, una delle cui caratteristiche principali appare quella della disamina, eseguita con estrema perspicuità e nitidezza espositiva del carattere singolare, composito e multisfaccettato, proprio delle vicissitudini umane universali e soprattutto di quelle contemporanee.
Encomiabile l’operazione di restauro quella compiuta da Benedetta Buccellato, nella quale traspaiono, bravura e talento a parte, in modo inevitabile, altresì il suo amore e la sua passione per lo spettacolo che l’ha consacrata 40 anni fa come artista. E ancora più illuminante è la sua performance nei panni di Anna, un tributo al suo compianto amico e pigmalione che merita un enorme plauso.
Fonte immagine in evidenza: Ufficio Stampa Sala Assoli – Casa del Contemporaneo