Le notti bianche alla Galleria Toledo | Recensione

Le notti bianche

Le notti bianche, di Elena C. Patacchini, ispirato all’omonima opera di Dostoevskij, scritta nel 1848, in scena alla Galleria Toledo dal 13 al 16 febbraio, regia Stefano Cordella.

Le notti bianche, una pièce sospesa tra la realtà e il sogno

Era una notte incantevole, una di quelle notti che ci sono solo se si è giovani. Una flebile luce blu rompe il buio in sala. All’improvviso lui, un sognatore (Diego Finazzi), una creatura che abita le notti pietroburghesi con la sola compagnia della sua solitudine. Alla meschinità del mondo reale lui preferisce i margini, le ombre.

E ti chiedi: “Dove sono i tuoi sogni?”, e scuotendo la testa dici: “Come volano in fretta gli anni!”. E di nuovo ti chiedi: “Che cosa hai fatto con i tuoi anni? Dove hai sepolto il tuo tempo migliore? Hai vissuto o no?

Siamo in primavera, la città si svuota, gli abitanti si spostano nelle campagne ed è proprio in questa stagione che si consuma una meravigliosa avventura. Nelle tasche della notte incontra una ragazza, una visione improvvisa, Nasten’ka (Alma Poli), la conosce, la riconosce. Una speranza in lui si accende: quattro notti di segreti, complicità, connessioni e, a poco a poco, l’amore. A poco a poco uno diventa due, ma lei, promessa sposa a un altro, lo riporta immediatamente alla dura realtà e la promessa di salvezza svanisce. 

Le notti bianche, incontro imprevisto di due solitudini

Come si legge nel comunicato, costruito sullo scheletro drammaturgico e tematico del racconto di Dostoevskij, per poi prendere un respiro più contemporaneo Notti Bianche è uno spettacolo che vuole esplorare i delicati disequilibri dell’intimità, con disperata e violenta tenerezza. Tematiche profonde e attuali portano lo spettatore nei misteriosi meandri della psiche umana, sempre in bilico tra la realtà e l’immaginazione del protagonista sospeso tra l’attesa e la paura del vivere, bloccato dall’incapacità, tutta moderna, di fidarsi e aprirsi all’altro mostrandosi senza schermi. Quattro notti e una storia d’amore, un sogno reale, ma finito troppo in fretta. Lei, che è stata per lui presenza vitale, viene risucchiata dal suo passato, dimenticando in un attimo il presente, le promesse fatte, le sue parole. Un bacio, uno sguardo e poi via, per sempre.  Un ritorno alla solitudine, alla tristezza, alla routine che non basta a cancellare il bene per Nasten’ka che, nonostante tutto, gli ha regalato, per un istante, e uno soltanto, quella beatitudine che mai, nelle buie notti bianche, aveva provato.

Sia sempre luminoso il tuo cielo, sia sempre sereno e calmo il tuo dolce sorriso e tu sia sempre benedetta per il minuto di felicità e beatitudine che hai dato a un cuore ignoto, solitario e grato! Mio Dio! Un intero minuto di beatitudine! È forse poco, sia pure in una intera vita umana?

MTM—Manifatture Teatrali Milanesi

LE NOTTI BIANCHE
di Elena C. Patacchini da Dostoevskij

con Alma Poli, Diego Finazzi
disegno Luci Fulvio Melli
scene e costumi Francesca Biffi
aiuto regia Sofia Tieri
regia Stefano Cordella

dal 13 al 16 febbraio 2025

ORARI SPETTACOLI
lunedì-giovedì ore 20:30

venerdì ore 19:00
sabato ore 20:30
domenica 18:00

Fonte immagine in evidenza: Galleria Toledo

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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