Non ti pago, il regista Salvatore Lonz e la compagnia Teatriamo ripropongono una commedia di De Filippo al Teatro Bolivar
Non ti pago è una commedia di Eduardo De Filippo che è stata rappresentata sul palcoscenico del Teatro Bolivar sabato 23 e domenica 24 marzo grazie alla regia di Salvatore Lonz. Francesco Scuotto, Armando Giarnieri, Valentina Vergara Di Pietro, Sabrina Lorenza Cozzolino, Laura Penza, Stefano Olivieri, Candida Grimolizzi, Ciro De Luise, Marco De Luise, Antonio Esposito, Antonio Cicco e Mariapia Esposito fanno parte del cast e sono i membri della compagnia Teatriamo; invece, Teresa Paolella ha ricoperto il ruolo di assistente alla regia, Martina Sciacca quello di truccatrice, Ciro Bertolini si è occupato dei video proiettati e Carlo Andrea Lonz ha svolto il ruolo di direttore di scena.
Io non ti pago, la trama della commedia di Eduardo De Filippo ambientata a casa Quagliuolo
Il protagonista di Non ti pago è don Ferdinando Quagliuolo, il proprietario di un banco lotto e assiduo giocatore, che spera di trovare un biglietto fortunato e di riscuotere una grossa vincita. Il suo dipendente Mario Bertolini, il quale è anche il fidanzato di Stella Quagliuolo, la figlia del protagonista, si reca dalla famiglia della fanciulla e annuncia la sua vittoria al banco lotto. A sorprendere don Ferdinando è la seguente scoperta: costui ha vinto grazie ad una visione onirica, nella quale è comparsa l’anima del precedente proprietario del banco lotto, don Saverio (ovvero il padre di Ferdinando), per suggerirgli i numeri fortunati.
L’uomo è invidioso della vittoria del genero e del fatto che ha vinto grazie ad un consiglio dell’anima paterna. Seguono una serie di vicende paradossali, come l’incontro con il prete locale don Raffaele e l’avvocato Lorenzo, per portare il caso in tribunale, fino ad un litigio tra i due, al quale assistono anche gli altri personaggi, ed un pericoloso anatema contro Bertolini scagliato dal capofamiglia, mentre l’ira e l’invidia offuscano la sua mente…
L’opera di De Filippo rivive nella Napoli contemporanea
Non ti pago è uno degli esempi delle commedie di De Filippo, quelle rappresentazioni teatrali che prediligono il ceto borghese partenopeo costituito da proprietari di negozi, avvocati, medici e artigiani. Stavolta, il regista Lonz sceglie di attualizzare la commedia spostandone l’ambientazione dal secondo dopoguerra ai giorni nostri; infatti, quando Aglietiello e Ferdinando devono scoprire i numeri fortunati, navigano su internet da uno smartphone, e lo stesso fa anche Bertolini.
Pur facendoci capire di trovarci nella Napoli di questi anni, il resto della vicenda non subisce altri mutamenti: è il segno dell’universalità delle opere dell’autore di Non ti pago, della sua abilità di trattare situazioni sempre attuali. Così come l’originale del noto commediografo partenopeo, anche la versione di Lonz presenta ben tre atti ma, stavolta, sono intervallati da un’esecuzione di canzoni in dialetto napoletano. La conclusione è affidata alle parole e alle note della canzone Yes I Know, My Way di Pino Daniele, uno dei rappresentanti della musica partenopea del secondo Novecento.
La versione di Lonz e della compagnia Teatriamo si avvale dell’ausilio di ben quattro colori diversi: il grigio, il nero, il rosso e il bianco, i quali appaiono nella dimora della famiglia Quagliuolo. Le pareti sono candide così come i due tavoli ovali, invece, le bottiglie sulla mensola sono nere, così come le sedie, così come anche gli indumenti degli attori e delle attrici sono bianchi e neri.
Infine, c’è un altro personaggio che è presente in tutta la commedia senza prendere parole o (probabilmente) compiere azioni: è don Saverio, il padre di Ferdinando. La fotografia dell’anziano appare sulla parete sinistra del soggiorno, il quale sembrerebbe osservare gli avvenimenti in corso e (forse) agire nel sogno del genero.
Non ti pago, il bellissimo omaggio di Lonz e di Teatriamo al teatro di De Filippo
Non ti pago di Salvatore Lonz e della compagnia Teatriamo è un grandissimo omaggio all’arte teatrale di De Filippo, il quale potrebbe essere notato dalla passione e dall’impegno impiegati dal cast durante l’esibizione. La commedia è un racconto quotidiano, quello dei nostri tormenti e dei nostri desideri, sono le emozioni degli esseri umani quelle raccontate sul palcoscenico. Il pubblico ride nei momenti comici ma non esita a commuoversi davanti a quelli di tenerezza, come nell’atto finale, dove don Ferdinando e Mario si riappacificano.
Un sincero omaggio ad uno dei più grandi autori della storia teatrale napoletana, uno spettacolo dove possiamo trovare passione e impegno, nonché volontà di riscoprire il proprio patrimonio culturale.
Fonte immagine di copertina: si ringrazia la direzione del Teatro Bolivar