Questi capelli, il nuovo romanzo di Djaimilia Pereira de Almeida, edito La Nuova Frontiera, tratteggia la storia di due paesi, indagando sul razzismo e l’inclusione mediante la tecnica del memoir post coloniale.
«Quando mia madre mi tagliò i capelli per la prima volta avevo sei mesi. I capelli che secondo diversi testimoni e poche fotografie erano lisci, rinacquero crespi e secchi. Nasce da quel primo taglio al biografia dei miei capelli. Come scriverla senza cadere in un’intollerabile frivolezza? Il fatto è che la storia dei miei capelli crespi interseca la storia di almeno due Paesi, e più in generale, la storia indiretta delle relazioni tra diversi continenti: una geopolitica».
A partire da queste primissime righe, Djaimilia Pereira de Almeida inizia a raccontare la storia della propria vita e dalla propria emigrazione attraverso la metafora dei capelli, che al giorno d’oggi, risultano essere uno dei simboli d’appartenenza etnica maggiormente rivendicati, soprattutto dalle comunità afro. L’autrice è nata in Angola nel 1982 ed è cresciuta in Portogallo e come testimonia nel primo capitolo del romanzo sente visceralmente il legame con le proprie origini, affermando che «essere grati di avere un paese è come essere grati di avere un braccio». Almeida è una delle voci più interessanti dell’attuale scena letteraria portoghese ed è autrice di romanzi e saggi tradotti in diversi paesi. Ha ricevuto il Premio letterario della fondazione Inês de Castro e, inoltre, Questi Capelli è stato finalista al PEN America Translation Prize.
Questi capelli: la trama
Mila è nata a Luanda da madre nera angolana e padre bianco portoghese. Ha tre anni quando arriva a Lisbona con la sua famiglia. Lì, come altrove, si sentirà sospesa. Attraverso la lente dei suoi capelli indomiti e crespi, usa i ricordi come una biografia fallace, attraversando quattro generazioni di vicende familiari, dal nonno arrivato in Portogallo «non da immigrato, per lavorare, ma da padre» per curare il figlio e lei bambina e poi adulta, interrogandosi sulle sue radici e sull’identità europea e africana. Così assistiamo ai cambiamenti di una donna – e dei suoi capelli – che vive in una nazione ai confini dell’Europa, che si sente straniera nel proprio paese ma sa di non poter tornare in una terra che di fatto non conosce. Mescolando memoir e romanzo post coloniale, realtà e finzione, memoria e invenzione, Djaimilia Pereira de Almeida, con Questi capelli, punta un riflettore sul razzismo e il femminismo, costringendoci ad una domanda che oggi riguarda sempre più persone: cosa significa non appartenere del tutto a nessun luogo e vivere costantemente in bilico tra due culture? Mediante la biografia dei propri capelli, l’autrice suggerisce una personale risposta al quesito sopra indicato, che vi consigliamo di scoprire, dando una chance al romanzo.