Dopo il successo dello spettacolo Le Troiane diretto da Carlo Cerciello, il teatro Elicantropo di Napoli si ricolma di pubblico appassionato con Rosaria della Scuola elementare del Teatro: si tratta del primo volume di un progetto per un’antologia scenica sul tema degli Esclusi – vite di scarto, prodotto dalla Scuola elementare del Teatro.
Rosaria della Scuola Elementare del Teatro
Per lo spettacolo Rosaria, Benito Martino esordisce alla drammaturgia con un testo intimo ma allo stesso tempo “popolare”, quindi anche capace di afferrare le coscienze di coloro estranei a certe situazioni. Egli approfitta di una scrittura toccante e struggente per raccontare le realtà di una donna che, senza una dimora fissa, deve fronteggiare tutte le difficoltà del caso. Ad interpretarla, Monica Palomby, la quale ci conduce con la disinvoltura di chi sa come si soffre, per le strade nelle quali è costretta ad appartarsi. Le musiche di Lino Cannavacciuolo accompagnano lo spettatore offrendogli una strana confortevolezza: il suono delle gocce di umidità che scendono ininterrottamente, le leggere e penetranti risatine di ragazza (a rappresentanza del giudizio che spesso si sventola senza empatia) e infine il canto dei gabbiani, guardiani di quella distesa d’acqua salata che, anche solo a guardarla, ci richiama su un aspetto che accomuna tutti, ovvero la nostra natura di esseri umani (e nulla più): siamo inermi di fronte a tanta immensità, ma non verso la comprensione del prossimo.
Lo spettacolo Rosaria di Scuola elementare del Teatro, infatti, si propone, con mano delicata ma rivelatrice, di “ricomporre e riscattare” le vittime di una società che pur di non accogliere, abbandona. Per la mirabile regia e disegno luci di Davide Iodice, durante la rappresentazione, il cartone della protagonista prima fa da letto (l’elemento che più di tutti è casa), poi da schermo, sul quale vengono proiettati i suggestivi disegni di Benito Martino che indagano il passato e le conoscenze di Rosaria. Infine, nel disperato tentativo di dare uno schiaffo alla solitudine, Rosaria trasforma la realtà come sin da bambini ci è stato insegnato a fare: con carta e matita; disegnando sul cartone il suo amore che dopo tanti anni, non abbandona ancora i suoi pensieri.
Lo spettacolo si conclude con Chiara Alborino che, calandosi in una danza mossa dal canto dei gabbiani, pare rappresentare l’anima stessa di Rosaria della Scuola elementare del Teatro, nella sua avvolgente ascesa verso il ricongiungimento con quegli animali, simbolo di libertà.
Rosaria
Volume 1 del progetto Esclusi – antologia scenica di vite di scarto
Cura artistica e produzione Scuola Elementare del Teatro
Con Monica Palomby, Chiara Alborino
Drammaturgia e disegni Benito Martino
Adattamento, elementi scenici, luci e regia Davide Iodice
Fonte dell’immagine in evidenza per “Rosaria della Scuola elementare del Teatro al teatro Elicantropo | Recensione”: ufficio stampa.