In una domenica di fine settembre, nostalgica dell’estate, il Castello Lancellotti di Lauro si fa teatro per l’ultima rappresentazione di Sogno di una Notte di Mezza Estate, che chiude la magica rassegna de Il demiurgo, la Shakesperare’s Summer Dream, che dopo le varie chiusure e restrizioni, ha concesso a noi spettatori di vivere per tutta l’estate l’ebrezza del teatro all’aperto. Per l’ultima volta le mura del castello fanno da scena alla rappresentazione di una delle opere più celebri dell’autore inglese, che grazie alla riscrittura di Franco Nappi può ancora sorprendere; se è vero che un classico non smette mai di dire ciò che ha da dire ed è classico perché sempre contemporaneo ed attuale, Il Sogno di Franco Nappi concretizza tale assunto; stessi personaggi, ad eccezione dei sovrani; da Atene si arriva a Napoli, in un salto spazio-temporale che ci conduce ad assistere alle vicende che precedono l’unione del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone e Carolina d’Asburgo. Le tre storie principali si incastrano perfettamente in una Napoli settecentesca dove tutto è ammissibile e plausibile, anche la magia; così la storia di Titania e Oberon e dello spassosissimo folletto Puck sembrano perfettamente calzanti, insieme all’intreccio amoroso tra Lisandro, Ermia, Demetrio e Elena, splendidamente interpretati da Daniele Acerra, Alessandro Balletta, Francesca Romana Bergamo, Andrea Cioffi, Daria D’Amore, Luigi Leone, Simone Mazzella, Sara Missaglia, Franco Nappi, Alessandra Pacifico Griffini, Marco Serra, Antonio Torino, Francesco Rivieccio.
Sogno di una Notte di Mezza Estate, a Napoli
La scelta della Napoli settecentesca appare assolutamente giusta, qui dove spesso magia e realtà si intrecciano indistricabilmente, e insieme, il riadattamento linguistico è pienamente riuscito, passando abilmente dal tono più basso e colloquiale a quello lirico, in un’atmosfera che non è mai banale, ma che con maestria passa dall’onirico al realistico.
Sin dalle prime battute, dall’incontro tra i futuri sovrani, il re lazzarone Ferdinando e l’austera regina Carolina, la commedia promette allo spettatore un clima estremamente comico. I due sono agli antipodi, talmente diversi da non riuscire a tollerare l’uno la presenza dell’altro. Uniti da un destino ormai segnato, non possono far altro che tollerarsi. In attesa del matrimonio reale, la vita continua tra intrighi amorosi che la fanno da padrone; Ermia è innamorata di Lisandro, ma promessa a Demetrio, e suo padre Egeo conduce la figlia dinnanzi al re per convincerla a desistere; i due amanti allora progettano una fuga, ma Elena, innamorata di Demetrio, sconvolgerà i piani dei due amanti. Tutti scappano nel bosco, luogo incantato dove magiche creature non rinunciano ad intervenire nella vita degli amanti; Titania e Oberon, il re e la regina delle fate, sono in disaccordo e l’intervento di Puck, il folletto di Oberon, porterà ulteriore scompiglio tra amanti fatati e mortali. Nel frattempo, una compagnia di artigiani prepara uno spettacolo in vista del matrimonio reale; l’opera da rappresentare è il Piramo e Tisbe; anche qui non mancheranno risate condite da giochi di parole ed equivoci che il dialetto napoletano rende irresistibili.
L’intera commedia non manca mai di sorprendere lo spettatore, riportando il classico di Shakespeare alla quotidianità di una Napoli che, al pari della commedia, è sempre sospesa tra sogno magico e realtà, e che non può che sembrarci familiare. Davvero magica la reinterpretazione del Sogno di Franco Nappi, con la speranza che il teatro torni a regalarci quei momenti di vita che rompono il torpore del sonno quotidiano.
Francescoantonio Nappi
Filomena Mazzocca
Marco Serra per Remedia srl
Coreografia
Francesca Romana Bergamo