Recensione di Tavola tavola, chiodo chiodo… di e con Lino Musella, in scena al Teatro San Ferdinando
È stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l’ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato.
Eduardo De Filippo
Debuttato lo scorso ottobre al Teatro San Ferdinando, ma interrotto per la chiusura dei teatri, torna al teatro di Eduardo De Filippo, Tavola tavola, chiodo chiodo… spettacolo diretto e interpretato dal talentuoso Lino Musella, in scena fino al 21 novembre.
Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise su una lapide nel Teatro di Eduardo – che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua. Questo grande artista – afferma Musella – è costantemente impegnato a smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi oggi, ma anche da lontano non smette mai di alzare, la sua flebile roboante voce.
Nato nel periodo di chiusura forzata della pandemia, Tavola tavolo, chiodo chiodo… è frutto degli studi di Lino Musella sul grande Eduardo De Filippo e porta in scena le parole che il drammaturgo rivolge alle Istituzioni, ma anche i carteggi relativi alla ricostruzione e al mantenimento del Teatro San Ferdinando. Le sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti sono rappresentate da un meraviglioso Musella che mentre recita, con la sua consueta maestrìa, fa e disfa, monta e smonta, quasi a rendere, con il suo lavorìo continuo, la loro fatica.
Il titolo Tavola tavola, chiodo chiodo… rimanda alle parole con cui si chiude la dedica che Eduardo riservò al suo storico macchinista Peppino Mercurio; un omaggio al capomastro che, tavola su tavola, aveva ricostruito il palcoscenico del San Ferdinando distrutto dai bombardamenti del ’43. Parole che il capocomico napoletano fece incidere su una lapide ancora posizionata sul palcoscenico del teatro stesso.
Uno spettacolo intenso ed emozionante. Decisamente consigliato!
TAVOLA, CHIODO CHIODO…