Il teatro dei burattini è una forma d’arte antica e affascinante, che affonda le sue radici nella tradizione popolare italiana. Spesso confuso con il teatro delle marionette, il teatro dei burattini si distingue per la tecnica di animazione: i burattini sono infatti animati dal basso, infilando la mano all’interno del corpo del personaggio, mentre le marionette sono mosse dall’alto tramite fili. Questo articolo ripercorre la storia di questa forma d’arte, i suoi personaggi più famosi e la sua evoluzione nel corso dei secoli.
Cos’è il Teatro dei Burattini? Definizione e origini
Il teatro dei burattini è una forma d’arte che comprende tutte le forme di spettacolo dal vivo che utilizzano oggetti e figure, detti burattini, animati artificialmente dai burattinai. L’animazione avviene “a guanto”, ovvero il burattinaio infila la mano all’interno del burattino, muovendone la testa e le braccia. L’obiettivo è quello di dare vita al personaggio, imitandone i movimenti e la voce, e creando un’illusione di realtà per lo spettatore. Si tratta di una forma di teatro popolare, spesso associata al divertimento per bambini, ma che in realtà ha una lunga e complessa storia, e che può trattare temi e argomenti adatti a un pubblico di tutte le età.
Burattini e Marionette: differenze e origini antiche
Sebbene spesso usati come sinonimi, burattini e marionette sono due tipi di figure animate diverse. Il burattino è tradizionalmente composto da una testa e mani di legno (o altro materiale) fissate a un camiciotto, sopra il quale viene posto il vestito. L’animatore lo muove infilando la mano all’interno (“a guanto”). Le marionette, invece, sono figure intere, mosse dall’alto tramite fili o aste. Entrambe le tradizioni hanno origini antichissime, con testimonianze che risalgono all’antico Egitto, alla Grecia e a Roma. In origine, burattini e marionette avevano una funzione religiosa: venivano impiegati all’interno dei templi per raccontare i miti e le leggende delle divinità. Questa funzione rituale si è persa nel tempo, ma la tradizione del teatro di figura è sopravvissuta, evolvendosi e trasformandosi in una forma di intrattenimento popolare.
Il Teatrino dei Burattini: la “baracca” o “castelletto”
Lo spettacolo dei burattini è tradizionalmente rappresentato all’interno di un teatrino di legno, chiamato anche baracca o castelletto. Questa struttura, spesso decorata con colori vivaci e immagini che richiamano il mondo del teatro, serve a nascondere i burattinai alla vista del pubblico e a creare un’ambientazione per le storie rappresentate. Il teatrino è solitamente dotato di un boccascena, un’apertura frontale attraverso la quale i burattini appaiono e interagiscono, e di un fondale dipinto, che rappresenta lo scenario della storia. La baracca è un elemento fondamentale del teatro dei burattini, un vero e proprio “palcoscenico in miniatura” che contribuisce a creare la magia dello spettacolo.
Storia del Teatro dei Burattini in Italia: dal Cinquecento al Settecento
In Italia, il teatro dei burattini, come lo conosciamo oggi, inizia a diffondersi a partire dalla fine del XVIII secolo, ma la presenza di burattini è testimoniata fin dal Cinquecento, nelle piazze e nei mercati, dove i burattinai ambulanti si esibivano con i loro spettacoli. Un ruolo importante nello sviluppo del teatro dei burattini in Italia lo ebbe la Commedia dell’Arte, con le sue maschere fisse e i suoi personaggi caratteristici. In particolare, la maschera di Pulcinella segnò l’inizio della carriera di molti burattinai cinque-seicenteschi, diventando uno dei personaggi più amati e popolari del teatro dei burattini.
Il Teatro dei Burattini nell’Ottocento: un fenomeno di piazza
Nel corso del XIX secolo, il teatro dei burattini divenne un fenomeno diffuso nelle piazze delle città italiane, un’attrazione popolare in grado di coinvolgere un gran numero di spettatori di tutte le età e di tutte le classi sociali. I burattinai, spesso organizzati in compagnie familiari, si spostavano di città in città, portando i loro spettacoli in giro per l’Italia. In questo periodo, nacquero e si affermarono numerose maschere regionali, personaggi legati a specifici territori e dialetti, che arricchirono il repertorio del teatro dei burattini.
Personaggi e Maschere del Teatro dei Burattini: da Pulcinella a Fagiolino
Il teatro dei burattini è popolato da una grande varietà di personaggi, alcuni dei quali sono diventati vere e proprie maschere regionali, simboli di città e tradizioni locali. Molti di questi personaggi derivano dalla Commedia dell’Arte, mentre altri sono creazioni originali dei burattinai.
Pulcinella: da maschera della Commedia dell’Arte a burattino
Pulcinella è uno dei personaggi più importanti e rappresentativi del teatro dei burattini, nonché una delle maschere più famose della tradizione napoletana e italiana. La sua figura, con il camicione bianco, la maschera nera e il cappello a punta, è immediatamente riconoscibile e incarna lo spirito del popolo napoletano, con i suoi pregi e i suoi difetti. Pulcinella è un personaggio complesso e contraddittorio, capace di essere al tempo stesso furbo e ingenuo, pigro e intraprendente, triste e allegro.
Arlecchino, Brighella, Pantalone e Tartaglia: le maschere della Commedia dell’Arte nei burattini
Oltre a Pulcinella, molte altre maschere della Commedia dell’Arte hanno trovato spazio nel teatro dei burattini. Arlecchino, il servo bergamasco astuto e acrobatico, Brighella, il suo compagno di avventure, Pantalone, il vecchio mercante avaro, e Tartaglia, il balbuziente, sono solo alcuni dei personaggi che hanno animato i teatrini dei burattini, portando in scena le loro storie e i loro lazzi.
Sandrone, Fagiolino e Gioppino: le maschere regionali italiane
Accanto alle maschere della Commedia dell’Arte, nel teatro dei burattini si sono affermate numerose maschere regionali, legate a specifici territori e dialetti. Tra queste, ricordiamo Sandrone di Modena, un contadino furbo e bonario, Fagiolino a Bologna, un servo astuto e irriverente, e Gioppino a Bergamo, un contadino dal naso rosso e dal carattere allegro e spensierato. Queste maschere rappresentano l’anima e la cultura delle diverse regioni italiane, e contribuiscono a rendere il teatro dei burattini un patrimonio culturale ricco e variegato.
La Commedia dell’Arte e il Teatro dei Burattini: un legame indissolubile
Il legame tra la Commedia dell’Arte e il teatro dei burattini è molto stretto. Molti personaggi del teatro dei burattini derivano direttamente dalle maschere della Commedia dell’Arte, e ne riprendono le caratteristiche, il linguaggio e i modi di fare. La Commedia dell’Arte ha fornito al teatro dei burattini un repertorio di storie, personaggi e situazioni comiche che sono state adattate e reinterpretate dai burattinai nel corso dei secoli. Questo legame ha contribuito a mantenere viva la tradizione della Commedia dell’Arte e a diffonderla presso un pubblico sempre più ampio.
Il Teatro dei Burattini a Napoli: Silvio Fiorillo e Andrea Calcese
Napoli ha avuto un ruolo di primo piano nella storia di questo teatro, in particolare grazie alla figura di Pulcinella. Silvio Fiorillo, attore e commediografo attivo a Napoli tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, è considerato il “padre” del Pulcinella moderno, colui che ne definì il carattere e il costume. Successivamente, Andrea Calcese, detto Ciuccio, portò al successo la maschera di Pulcinella nel teatro dei burattini, diventando uno dei burattinai più famosi e amati del suo tempo.
Il Teatro dei Burattini a Roma e Venezia: teatri privati e spettacoli per marionette
Anche a Roma e a Venezia esistevano teatri di burattini, ma si trattava prevalentemente di teatri privati, allestiti all’interno di case signorili, dove i nobili invitavano artisti e burattinai per assistere a spettacoli con marionette e burattini insieme alle loro famiglie e ai loro amici. A Venezia, in particolare, si sviluppò una forte tradizione di spettacoli per marionette, con la creazione di personaggi e storie originali. A Roma invece, si ha notizia di spettacoli di burattini, a volte anche in case private.
Alessandro Cervellati: uno storico del Teatro dei Burattini
Tra i maggiori studiosi e storici del Teatro dei Burattini in Italia, spicca il nome del bolognese Alessandro Cervellati (1892-1974). Cervellati dedicò gran parte della sua vita alla ricerca e alla documentazione del teatro dei burattini, raccogliendo testimonianze, copioni, fotografie e burattini, e pubblicando numerosi libri e articoli sull’argomento. La sua opera è fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione di questa importante tradizione teatrale italiana.
Il Teatro dei Burattini oggi: emozioni per adulti e bambini
Ancora oggi, il teatro dei burattini continua a suscitare emozioni in adulti e bambini. I burattinai, con la loro abilità e la loro passione, riescono a dare vita a personaggi fantastici e a raccontare storie che incantano il pubblico. Il teatro dei burattini è una forma d’arte che si rinnova continuamente, pur rimanendo fedele alle sue radici e alle sue tradizioni. Assistere a uno spettacolo di burattini significa immergersi in un mondo magico, fatto di risate, emozioni e sorprese, un’esperienza unica e indimenticabile per spettatori di tutte le età. I burattinai moderni spesso riprendono fiabe tradizionali, adattandole ai tempi e al pubblico contemporaneo, ma creano anche storie originali, affrontando temi e argomenti di attualità.
Conclusioni: un patrimonio culturale da preservare
Il teatro dei burattini rappresenta un patrimonio culturale di inestimabile valore, una tradizione che merita di essere preservata e valorizzata. I burattini, con le loro storie e i loro personaggi, ci parlano di un mondo fatto di fantasia, di comicità, di emozioni semplici e genuine. Assistere a uno spettacolo di burattini significa riscoprire il piacere del gioco, della meraviglia e della condivisione, valori fondamentali per la crescita e lo sviluppo di ogni individuo. È importante sostenere i burattinai e le compagnie che portano avanti questa antica tradizione, affinché il teatro dei burattini possa continuare a vivere e a regalare emozioni alle future generazioni.
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