Al TRAM un testo di Tiziano Scarpa: Groppi d’amore nella scuraglia
La seconda parte della stagione 2023 del Teatro TRAM continua con Groppi d’amore nella scuraglia, che va in scena dal 2 al 5 febbraio: da un testo di Tiziano Scarpa, per la regia di Marco Caldiron e con la felice interpretazione di Silvio Barberio.
La recensione
A proposito del suo testo Groppi d’amore nella scuraglia, l’autore Tiziano Scarpa afferma: «Scatorchio è una specie di parente scuro, mi scorre nel sangue come un’eredità intima ed estranea. Lo amo profondamente, anche perché mi mette a disagio. Non sai proprio da dove riesca a tirarlo fuori in maniera così possente e persuasiva, il mite Silvio Barberio, un personaggio talmente ruvido, cialtrone, impresentabile, poetico».
Groppi d’amore nella scuraglia è un testo di Tiziano Scarpa interpretato dall’attore Silvio Barberio, il quale ha la capacità di esprimere tutta l’umiltà di trattare il teatro come un gioco, ma un gioco sapiente e bene coordinato. Infatti, come un fanciullo che gioca a raccontare storie immaginate, Barberio nelle vesti di Scatorchio parla una lingua che in realtà non esiste, dipingendo la quotidianità di un luogo imprecisato. Probabilmente Groppi d’amore nella scuraglia è ambientato in qualche terra non identificata del Meridione, di cui raccoglie e unisce insieme i dialetti, la magia e le suggestioni. Oppure, Groppi d’amore nella scuraglia si trova nel profondo delle coscienze: è uno spettacolo che non ha un reale inizio né sembra avere una fine, ma è quasi un flusso di coscienza, si potrebbe dire una confessione d’amore e di quelle pulsazioni che albergano nell’intimità più recondita di ciascuno, che Scatorchio condivide con il pubblico e con un Dio lontano, taciturno, ma che pare sempre necessariamente presente.
Allora, in Groppi d’amore nella scuraglia di Tiziano Scarpa il protagonista Scatorchio con la sua mimica comica e poetica racconta del suo rivale in amore, Cicerchio, e della sua amata Sirocchia e di come, volendo contrastare la loro unione, abbia aiutato il sindaco a trasformare la città in una discarica. Un fatto attuale da un punto di vista sociale e politico, come quello dello smaltimento dei rifiuti, ma che diventa una conseguenza dell’amore, assumendo quasi i toni di una parodia spigolosa, ruvida e insieme poetica, proprio come lo è Scatorchio stesso. Può apparire un lavoro banale, eppure il focus dello spettacolo, la sua forza risiede in questo: nel trattare un argomento così terreno e tangibile, adottando un punto di vista diverso, magari più distante, a cavallo della fantasia, con un linguaggio che se pure è inesistente accoglie i linguaggi di ciascuno, riuscendo perfettamente a tradursi in un gesto e/o in un’emozione accessibili.
Groppi d’amore nella scuraglia, dunque, non utilizza nessuna retorica e scende a contatto con il pubblico, restituendogli la giusta misura per sorridere e riflettere allo stesso tempo.
Fonte immagine: Teatro TRAM
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