Il Teatro Cortése riapre i battenti
Un «nuovo avamposto teatrale» lo definisce l’attrice dalla straordinaria pluriennale carriera Isa Danieli, che ha inaugurato il nuovo cartellone del Teatro Cortése, rimasto chiuso in questi anni difficili e finalmente rinato dalle ceneri. Un teatro piccolo di quartiere ma che, come sostiene l’attrice stessa, si avvale di persone «agguerrite che con orgoglio perseguono il loro sogno aprendo il teatro al territorio» e lo fanno con amore per il loro lavoro. Ed è proprio qui che il direttore artistico Giuseppe Giorgio ha tenuto una conferenza stampa per presentare la stagione teatrale di Tradimenti insieme al drammaturgo Roberto Russo e agli attori – registi. La breve rassegna conta cinque spettacoli tutti scritti da Roberto Russo, che andranno in scena dal 10 dicembre per tutta la stagione 2021/2022.
Tradimenti al Teatro Cortése
Roberto Russo porta in scena cinque sue opere che definisce «infedeltà in forma teatrale», nei quali ad essere analizzato è il concetto di tradimento in varie sue declinazioni. Nei suoi testi il drammaturgo parla dei canonici tradimenti d’amore, ma spaziando anche fino ai tradimenti verso le aspirazioni, verso sé stessi e verso la società in cui si vive. Sfondo perenne è Napoli: una città complessa, che sa essere la madre più incantevole ma anche una matrigna. È Napoli la prima che tradisce i suoi figli, rinnegando loro il successo che meriterebbero, linciando le nuove speranze. La drammaturgia di Russo si inserisce in questo contesto, diventando un grido rivolto innanzitutto verso una città popolata da chi vuole imbrigliare il suo valore culturale ancorandosi ad una tradizione che non lascia spazio alle nuove proposte. È una denuncia contro un palese quanto ormai inevitabile stallo culturale, un paese che sembra vivere immobile nel tempo in mano a quelli che Giuseppe Giorgio chiama «immortali don Rodrigo».
Tradimenti, allora, diventa manifestazione libera della voce di Roberto Russo e degli artisti che prendono parte a quello che diventa un gioco teatrale. Il teatro si libera dal peso di una tradizione sentita come necessariamente immobile nel suo non essere interrogata e diventa un gioco le cui regole sono sentire ed emozionarsi. Si crea un palcoscenico in cui si esprime l’esigenza di una realtà diversa, di raccontare i colori che si vivono dal bianco della purezza al nero del grottesco e lo si fa attraverso il tradimento, perché questo indica una sofferenza ma che sa di rinascita, di svolta. Ed è proprio qui il punto: il cambiamento, che diventa un atto rivoluzionario in cui «l’artista è simbolo di resistenza sociale», dice l’attore e regista Francesco Maria Cordella.
Gli attori ed i registi, intervenuti durante la conferenza, hanno descritto entusiasti il loro rapportarsi ai testi di Roberto Russo parlando di un’immersione in esperienze di conflitto, di rottura, quali sono i tradimenti, ma dai quali si acquisiscono nuovi filtri con cui guardare la vita che ci circonda.
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