Ulisse, l’ultima Odissea di Giuliano Peparini | Recensione

l'ultima Odissea di Giuliano Peparini | Recensione

Ulisse, l’ultima Odissea di Giuliano Peparini chiude la rassegna dell’estate 2023 della sesta edizione del Pompeii Theatrum Mundi

Ulisse, l’ultima Odissea è l’ultima rappresentazione teatrale della sesta edizione del Pompeii Theatrum Mundi (che si è svolto dal 16 giugno al 16 luglio 2023, includendo anche Clitennestra, Nozze di Sangue e Medea di Euripide), diretta da Giuliano Peparini, scritta da quest’ultimo in collaborazione con Francesco Morosi e basata sull’Odissea di Omero, ma con le ambientazioni contemporanee.

Il cast dello spettacolo è costituito da Giuseppe Sartori nei panni di Ulisse, Massimo Cimaglia nel triplo ruolo del barbone, dell’aedo e di Polifemo, Giulia Fiume in quello della ninfa Calipso e di Anticlea – madre dell’eroe di Itaca – Alessio Del Mastro veste i panni di Tiresia e di un netturbino, Giovanna Di Rauso quelli della maga Circe, Gabriele Beddoni in quelli di Argo e Domenico Lamparelli quelli del dio dei venti Eolo.

I compagni di Odisseo, che sono anche i passeggeri bloccati nell’aeroporto e gli ascoltatori della corte di Alcinoo, sono interpretati da Gabriele Baio, Michele Barile, Andrea Biagioni, Luca Capomaggi, Dennis Cardinali, Marilena Del Prete, John Mirco, Baluyot Cruz, Luca Gori, Raffaele Iorio, Claudio Lacarpia, Danilo Maragioglio, Christian Pace, Carlo Padulano, Andrea Raqa e Andrea Tenerini; invece, il coro è costituito da Vanda Bovo, Althea Iorio, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Marta Parpinel, Elisa Zucchetti, Edoardo Pipitone, Jacopo Sarotti, Andrea Bassoli, Alberto Carbone, Carlo Alberto Denoyè, Matteo Nigi, Moreno Pio Mondì, Francesco Ruggiero ed Emilio Lamastro

Ulisse, l’ultima Odissea: il mito incontra la contemporaneità 

Ulisse, l’ultima Odissea riflette come i miti dell’antichità possano “essere resi accessibili al pubblico”, così come il poeta, scrittore, librettista e regista cinematografico francese Jean Cocteau fece adattando il dramma di Orfeo ed Euridice per il cinema. Ne terminal di un ignoto aeroporto internazionale, un uomo arriva di corsa sperando di potersi imbarcare per Itaca, la sua amata terra natia. Nonostante i suoi tentativi di arrivare al gate, i voli sono cancellati a causa di una tempesta. Proprio in un luogo simbolo della contemporaneità, l’aeroporto è il luogo dove si incontrano uomini d’affari, studenti fuori sede o turisti, il mito torna a manifestarsi, divenendo il punto d’incontro tra l’antichità classica e il mondo del XXI secolo. L’uomo in giacca e cravatta, spogliatosi dei suoi panni e indossando una canottiera e un jeans, diventa Ulisse, un povero barbone vestito di stracci si trasforma in un aedo; mentre, un gruppo di giovani yuppies si rivelano essere i Feaci, sudditi del re Alcinoo.

L’aedo canta al suo pubblico della guerra di Troia, dell’astuto Ulisse che, avvalendosi di un gigantesco cavallo di legno, riuscì a penetrare nella città e a distruggerla. Dopo aver narrato la disfatta di Ilo, il personaggio di Ulisse piange e rivela la sua identità, poi decide di illustrare il suo viaggio nel Mediterraneo mitologico. Lo spettacolo mostra il greco arrivare nella Terra dei Lotofagi, scontrarsi con il mostruoso Polifemo, approdare nell’isola di Eolo, affrontare la maga Circe e le sue schiere di lupi, scendere negli Inferi per udire le profezie di Tiresia, superare il mare delle Sirene e quello di Scilla e Cariddi, approdare all’Isola del Sole e, infine, incontrare la ninfa Calipso.

Odissea 2.0, dal “mar colore del vino” all’aeroporto internazionale di oggi

Il regista teatrale riscrive l’Odissea di Omero e il mar Mediterraneo lascia il posto ad un aeroporto internazionale; inoltre, la furia di Poseidone, manifestatasi in forma di tempeste, impedisce agli aerei di decollare, così le compagnie di viaggio decidono di cancellare i voli. Su un enorme tabellone possiamo vedere diverse rotte: Hong Kong, Marrakech, Londra, New York, San Paolo e Itaca. La nuova Odissea è il racconto dell’uomo comune che vuole tornare a casa, il punto di contatto tra un eroe del passato e un viaggiatore attuale. Con le seguenti parole, il sito del Teatro di Napoli descrive lo spettacolo che ha concluso questa rassegna:

«Giuliano Peparini traspone l’universalità del personaggio di Ulisse nei panni di un uomo contemporaneo che si trova di fronte alle stesse sfide del leggendario eroe dell’Odissea e che quindi, vi assomiglia nelle sue discipline umanistiche. Il DNA artistico del regista Giuliano Peparini, la sua reputazione, originalità e successo, rimangono la chiave di questa creazione originale. Sul palco la musica del gruppo di ispirazione folk-rock Reuben and the Dark, la danza contemporanea e il teatro dialogano in modo fluido, restando al servizio del testo classico originale di Omero, indossato dagli attori della Compagnia Inda».

L’epica antica incontra il teatro contemporaneo, arricchendosi di nuove riflessioni e contaminandosi con la musica folk-rock e la danza contemporanea. Quest’ultima è il medium artistico usato per raccontare alcuni momenti più intensi, drammatici o epici dell’Odissea: lo scontro tra Achei e Troiani (una volta penetrati ad Ilio), la rocambolesca fuga dai Lotofagi, la furia della tempesta di Poseidone, il tentativo di non lasciarsi sedurre da Circe, dalle Sirene e da Calipso, nonché la morte dei compagni per aver mangiato le mandrie e i greggi sacri al dio del Sole Elios. Le coreografie sono accompagnate da giochi di luce, fumogeni ed effetti visivi, nonché dalle note oscure e misteriose di Reuben at the Dark

I personaggi del mito rivivono negli uomini e nelle donne del XXI secolo 

Il protagonista assoluto è Giuseppe Sartori con il suo Odisseo postmoderno. Lo yuppie in giacca e cravatta lascia il posto al nobile guerriero, trasformando l’uomo d’affari – simbolo del settore terziario di un sistema economico basato sul libero mercato – in un sovrano di un’epoca remota, dove esistevano rigide gerarchie sociali e le attività belliche erano manifestazione di coraggio e dell’aretè.

Una menzione d’onore spetta a Massimo Cimaglia. All’interno dell’aeroporto egli è un rozzo barbone; nonostante ciò, quell’uomo trasandano – e somigliante ad un sileno – si trasforma in un aedo contemporaneo, un cantore sul modello di Omero, che “trasporta” il pubblico in un passato lontanissimo, nell’età degli eroi e delle divinità dell’Olimpo. L’altro suo ruolo è quello del brutale e feroce Polifemo, il ciclope che non conosce alcun rispetto per gli ospiti e vive in disparte sulle pendici dell’Etna.

Una carismatica hostess con la divisa verde si trasforma in Calipso, così come un addetto alle pulizie diventa l’indovino Tiresia. L’unico personaggio omerico che non conosce alcun contatto con il mondo contemporaneo è quello di Circe, presenta al pubblico con vesti di lino più simili ad una principessa de Le mille e una notte o ad uno spettacolo di burlesque che a quelli del personaggio mitologico.

Il mito eterno di Ulisse e degli altri personaggi del poema antico

Ulisse, l’altra Odissea è lo spettacolo che cerca di far dialogare l’antico con il contemporaneo, il mito con la frenetica e grigia realtà di oggi. La musica rock, la danza contemporanea e gli effetti visivi contribuiscono ad ammaliare e a stupire la platea di spettatori. Peparini dimostra, così come altri autori di teatro, l’immortalità degli eroi e degli archetipi letterari; la loro sopravvivenza è scontata, in quanto, sono capaci di riadattarsi a nuovi contesti culturali e mediali. 

Fonte immagine di copertina: Teatro di Napoli 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Iaconis

Commenta