Il settantunesimo Festival di Sanremo è già qui, in un’edizione già chiacchierata, che si terrà a porte chiuse, senza pubblico, dal 2 al 6 Marzo, ma vediamo insieme le sue origini e come il festival della canzone italiana è arrivato al successo cui gode oggi.
Se volessimo ricondurre alla nascita di Sanremo una data specifica, potremmo farlo con la sua prima apparizione nell’immaginario collettivo alla settimana che va dal 24 dicembre 1931 al 1° gennaio 1932: nello specifico il “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”. Edizione, tenutasi al Casinò Municipale di Sanremo, da un’idea di Luigi De Santis, instancabile organizzatore di eventi e feste. De Santis si affidò all’aiuto sapiente di Raffaele Viviani ed Ernesto Murolo, poeta e paroliere, padre del cantante Roberto, futuro protagonista della musica napoletana, e soprattutto direttore artistico del festival. Quanto alla direzione dell’orchestra, essa fu affidata ad Ernesto Tagliaferri. Tra i cantanti che si esibirono nella settimana del festival vi erano Vittorio Parisi, Ada Bruges, Carlo Buti, Nicola Maldacea e Mario Pasqualillo, che interpretarono canzoni del repertorio napoletano.
Della prima manifestazione effettiva del festival esistono diversi reperti cinematografici, conservati dall’Istituto Luce, che nel 1932 l’avrebbe proiettata in tutti i cinema italiani. Il successo fu così grande che si pensò di ripetere l’esperienza. Fu la volta della casa da gioco sul lago di Lucano nel 1934.
Amilcare Rambaldi, giovane esportatore floricolo, allora ventenne, qualche anno dopo aveva un solo obiettivo: rendere Sanremo un centro turistico, culturale e artistico di prim’ordine. Rambaldi istituì una serie di iniziative, come l’istituzione di un conservatorio musicale, di un’orchestra sinfonica, l’apertura di un’accademia d’arte, di una compagnia teatrale, concorsi balneari di bellezza, rassegne di moda e molto altro. A chiudere una serie di idee brillanti, ovviamente la voglia di organizzare un festival della canzone.
Furono molte le sue proposte che non trovarono accoglimento, come quella riguardo al festival del cinema, idea che un anno dopo avrebbe fatto la fortuna di Cannes. Anche l’idea di un festival della canzone fu inizialmente bocciata miseramente. Rambaldi dovette aspettare il 1947, quando Angelo Nizza, venuto da Torino fino a Sanremo per assumere la guida dell’Ufficio Stampa e del turismo, accolse finalmente l’idea del giovane fiorista.
L’occasione d’oro si presentò quando, nel 1950, si realizzò un Festival della Gastronomia alla Pergola Fiorita. Furono molti i partecipanti famosi, come Edith Piaf, Oliver Hardy e molti altri. L’unico aspetto capace di mettere in ombra un tale successo fu quello economico. Organizzare manifestazioni di questo calibro aveva ovviamente un costo elevato. Per fronteggiare le spese si pensò quindi ad un grande ritorno in termini pubblicitari. Nizza consigliò a Busseti di rivolgersi alla Rai e proporre all’Ente di trasmettere una manifestazione di canzoni inedite. Tale accordo aveva entusiasmato anche Giulio Razzi, che a quei tempi era alla ricerca di canzoni maggiormente adatte alla programmazione.
Nel 1950, il direttore Razzi emanò un bando, secondo il quale ogni casa editrice avrebbe potuto trasmettere entro il successivo 30 Novembre una canzone inedita di un autore e compositore italiano. La commissione apposita ne avrebbe selezionate venti. Le canzoni fortunate avrebbero goduto dell’onore unico di essere trasmesse ed eseguite dall’orchestra Rai in due spettacoli appositi presso il Casinò di Sanremo. In quell’occasione, il pubblico presente in sala avrebbe espresso la sua preferenza, decretando dapprima le dieci canzoni più favorite e infine le tre vincitrici. Furono duecentoquaranta gli editori che decisero di prender parte all’iniziativa. Grande differenza con il Sanremo che conosciamo oggi è senz’altro l’esecuzione dei brani. Tutte le canzoni in gara, infatti, venivano interpretate da tre cantanti a campione: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il duo Fasano.
Festival di Sanremo: tanta musica, pochi spettatori
Il 29 Gennaio 1951, Nunzio Filogamo, alle 22, dichiarò aperto il primo festival della canzone italiana davanti ad un pubblico alquanto scarno, tanto che nella seconda serata fu necessario trovare persone apposite per riempire i numerosi tavoli vuoti. Fu in questa situazione di disagio estremo che Filogamo ideò la celebre frase “Miei cari amici vicini e lontani…” volta a sottolineare il distacco emotivo del pubblico presente e l’esigenza di rivolgersi ad una platea non fisica che seguisse il festival con un entusiasmo differente. La scarsa presenza di pubblico, però, non riguardava aspetti economici: il biglietto d’ingresso, infatti, costava soltanto 500 lire. Il motivo principale sembrò ricondursi alla natura dello spettacolo: il popolo sanremese era abituato a spettacoli di alta levatura.
Fu proprio in quell’occasione che la questione radio divenne fondamentale. Il festival di Sanremo, infatti, fu trasmesso in diretta radiofonica sulla Rete Rossa. La rete rossa, nonostante lo scetticismo, batté a suon di numeri la rete Azzurra. Furono circa dodici milioni gli ascoltatori che decisero di seguire le canzoni in diretta.
Giunsero in finale La cicogna distratta, Partirne durmì, Sedici anni, Sotto il mandorlo, Grazie dei fior, Eco fra gli abeti, Al mercato di Pizzighettone, Serenata a nessuno, La margherita e La luna si veste d’argento. Tuttavia, la canzone vincitrice fu “Grazie dei fior”, interpretata meravigliosamente da Nilla Pizzi. La canzone sembrava custodire un gusto moderno, fatto di note swing tipiche del Jazz. L’interpretazione della Pizzi, oltre la vittoria, le fruttò persino un disco a 78 giri, di cui se ne sarebbero venute 35.000 copie.
Un fattore importante, infatti, fu quello del “riascolto”: la gente, finito il Festival, avvertiva l’esigenza di riascoltare i brani che aveva amato nelle tre serate della kermesse. Fu allora che la Cetra, casa discografica della Rai, fece incidere a tutti gli artisti un disco, per distribuirli rapidamente nei negozi.
Dalla radio alla tv
Nel 1953 furono molti i cambiamenti che investirono il Festival, prima fra tutti la decisione di eliminare i tavoli della sala e permettere l’accesso agli ospiti solo se muniti di invito. I bagarini pare ne vendessero diversi per cifre da capogiro, circa 10.000 lire (130 euro di oggi). Due anni dopo si passò alla diretta televisiva ma la Rai decise di collegarsi con il Casinò Municipale di Sanremo solo alle 22.45, decretando, di fatto, il festival un programma di seconda serata.
Nel 1958 fu la volta di Domenico Modugno, con la sua “Nel blu dipinto di blu”, una delle melodie italiane più celebri della storia. Modugno era scanzonato, moderno e nuovo. Non cantava con la mano sul cuore, come molti prima di lui avevano fatto ma si librava tra le note, spalancando le braccia, senza timore, ottimista verso il futuro come nessuno. La sua canzone sembrò quasi propizia, anticipando la svolta degli anni 50’, quando l’era del benessere raddoppiò il reddito italiano, decretando la svolta di costumi e usanze.
Ancora dopo due anni, un nuovo ciclone si abbatté al festival canoro: Adriano Celentano con la sua “24000 baci”. Con il suo approdo, si assiste, nelle scene musicali, ad una nuova moda, “il rock’n’roll”, con cui i giovani finalmente sembravano avere voce in capitolo nel mondo.
Impossibile da dimenticare il suo ingresso nelle scene musicali: sul palco di Sanremo, inevitabilmente, comparve Mina. Erano gli anni 60’ e la giovane di Busto Arsizio cantava “Mille Bolle blu”. Accanto a tanta positività è da sottolineare un tragico evento. Nel 1967, Luigi Tenco partecipò a Sanremo con “Ciao amore, ciao”. Dopo la sua eliminazione in gara, l’artista si suicidò in un albergo di Sanremo. La sua morte sembrò accompagnare la fine del benessere sociale e l’inizio degli anni di piombo, in cui la violenza politica, la lotta armata e il terrorismo sembravano dichiarare guerra aperta alla tranquillità italiana.
Bisognerà aspettare il 1977 per cambiare definitivamente location. Il Casinò Municipale, infatti, lasciò le scene per fare spazio al rinomato teatro Ariston, luogo dove tutt’oggi prende vita il festival della canzone italiana.
Gli anni ’80 furono quelli di Pippo Baudo, che con le sue successive 13 conduzioni stregò l’Italia. Il bel Paese che intanto si era abituato ad una televisione commerciale certamente meno impegnata e pop, nel 1980, vide un Sanremo condotto da Claudio Cecchetto e Roberto Benigni.
Nel 1995, come ogni anno, non mancarono piccoli scandali. In diretta, infatti, durante quell’edizione del festival di Sanremo, un uomo per protesta aveva intenzione di buttarsi dalla galleria dell’Ariston, annunciando prematuramente che il festival sarebbe stato vinto da Fausto Leali, edizione vinta invece da Giorgia con “Come Saprei”.
Vediamo tutti i vincitori di Sanremo dal 1951 ad oggi
1951 – Nilla Pizzi, Grazie dei fior
1952 – Nilla Pizzi, Vola colomba
1953 – Carla Boni e Flo Sandon’s, Viale D’Autunno
1954 – Giorgio Consolini e Gino Latilla, Tutte Le Mamme
1955 – Claudio Villa e Tullio Pane, Buongiorno tristezza
1956 – Franca Raimondi, Aprite Le Finestre
1957 – Claudio Villa e Nunzio Gallo, Corde della mia chitarra
1958 – Domenico Modugno e Johnny Dorelli, Nel Blu Dipinto Di Blu
1959 – Domenico Modugno e Johnny Dorelli, Piove (Ciao Ciao Bambina)
1960 – Tony Dallara e Renato Rascel, Romantica
1961 – Betty Curtis e Luciano Tajoli, Al di Là
1962 – Domenico Modugno e Claudio Villa, Addio…Addio
1963 – Tony Renis ed Emilio Pericoli, Uno per tutte
1964 – Gigliola Cinquetti e Patricia Carli, Non Ho L’età (Per Amarti)
1965 – Bobby Solo e New Christy Minstrels, Se piangi se Ridi
1966 – Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti, Dio come ti amo
1967 – Claudio Villa e Iva Zanicchi, Non pensare a me
1968 – Sergio Endrigo e Roberto Carlos Braga, Per te
1969 – Bobby Solo e Iva Zanicchi, Zingara
1970 – Adriano Celentano e Claudia Mori, Chi non lavora non fa l’amore
1971 – Nada e Nicola Di Bari, Il cuore è uno zingaro
1972 – Nicola Di Bari, I giorni dell’arcobaleno
1973 – Peppino Di Capri, Un grande amore e niente più
1974 – Iva Zanicchi, Ciao cara come stai?
1975 – Gilda, Ragazza del Sud
1976 – Peppino Di Capri, Non lo faccio più
1977 – Homo Sapiens, Bella Da Morire
1978 – Matia Bazar, E dirsi ciao
1979 – Mino Vergnaghi, Amare
1980 – Toto Cutugno, Solo noi
1981 – Alice, Per Elisa
1982 – Riccardo Fogli, Storie di tutti i giorni
1983 – Tiziana Rivale, Sarà quel che sarà
1984 – Al Bano e Romina Power, Ci sarà
1985 – I Ricchi e Poveri, Se m’Innamoro
1986 – Eros Ramazzotti, Adesso Tu
1987 – Gianni Morandi, Enrico Ruggeri ed Umberto Tozzi, Si può dare di più
1988 – Massimo Ranieri, Perdere l’amore
1989 – Anna Oxa e Fausto Leali, Ti Lascerò
1990 – I Pooh, Uomini Soli
1991 – Riccardo Cocciante, Se stiamo insieme
1992 – Luca Barbarossa, Portami a ballare
1993 – Enrico Ruggeri, Mistero
1994 – Aleandro Baldi, Passerà
1995 – Giorgia, Come Saprei
1996 – Ron e Tosca, Vorrei incontrarti fra cent’anni
1997 – I Jalisse, Fiumi di parole
1998 – Annalisa Minetti, Senza te o con te
1999 – Anna Oxa, Senza pietà
2000 – Avion Travel, Sentimento
2001 – Elisa, Luce (Tramonti a Nord Est)
2002 – Matia Bazar, Messaggio d’amore
2003 – Alexia, Per dire di no
2004 – Marco Masini, L’uomo volante
2005 – Francesco Renga, Angelo
2006 – Povia, Vorrei avere il becco
2007 – Simone Cristicchi, Ti regalerò una rosa
2008 – Giò Di Tonno e Lola Ponce, Colpo di fulmine
2009 – Marco Carta, La forza mia
2010 – Valerio Scanu, Per tutte le volte che
2011 – Roberto Vecchioni, Chiamami ancora amore
2012 – Emma Marrone, Non è l’inferno
2013 – Marco Mengoni, L’essenziale
2014- Arisa, Controvento
2015 – Il Volo, Grande amore
2016 – Stadio, Un giorno Mi dirai
2017 – Francesco Gabbani, Occidentali’s Karma
2018 – Ermal Meta e Fabrizio Moro, Non mi avete fatto niente
2019 – Mahmood, Soldi
2020 – Diodato, Fai rumore
Nonostante le critiche, gli scandali e i pregiudizi, ogni anno Sanremo batte ogni record, qualificandosi come spettacolo in diretta maggiormente visto su tutte le reti televisive. A dispetto di ciò che si possa pensare, complice la partecipazione di artisti amati dalla generazione Z, Sanremo ad oggi è ogni anno seguito da tantissime persone, raggiungendo circa 2 milioni di interazioni social.
D’altronde anche se l’edizione 2021 si terrà senza pubblico, causa l’emergenza mondiale covid-19, Sanremo è sempre Sanremo!
Foto by: Alepuzio