Il fantasy affonda le sue radici nella mitologia e nel folklore. Sono moltissimi i testi antichi in cui gli autori hanno cercato di ricreare un vero e proprio albero genealogico per dare un senso logico alle diverse relazioni tra le divinità. In questo articolo parleremo della figura del Demogorgone di Boccaccio nell’opera Genealogia deorum gentilum, la misteriosa creatura riscoperta dopo il grande successo della serie TV Stranger Things.
La Genealogia deorum gentilum
La Genealogia deorum gentilum è un’opera enciclopedica del XIV secolo scritta da Giovanni Boccaccio e suddivisa in 15 libri. Il trattato ha lo scopo di riordinare le diverse relazioni che intercorrono tra le divinità del pantheon della mitologia greca e romana. La prima edizione risale al 1360; tuttavia, l’opera è stata continuamente aggiornata fino alla morte del poeta. Boccaccio, passato alla storia con Il Decameron, in realtà raggiunse l’apice della sua fama con quest’opera e la traduzione in volgare effettuata da Giuseppe Betussi nel 1547.
Il Demogorgone di Boccaccio nella Genealogia deorum gentilum
All’interno dell’opera, Boccaccio descrive il Demogorgone come il capostipite degli dei. In realtà, la misteriosa creatura era del tutto sconosciuta alla mitologia classica; Boccaccio infatti trae spunto da Lattanzio, un grammatico del IV secolo, e dalla Tebaide di Publio Papinio Stazio. Inoltre, sembra che il termine sia frutto di un errore di traduzione dal greco antico demiurgo a demogorgon. Boccaccio rimase talmente affascinato da questa figura da identificarla come un’entità primordiale, associata alla creazione del mondo e spesso all’ignoto, vista la mancanza di fonti specifiche. Lo scrittore la definisce come “una figura oscura, avvolta da nuvole e tenebre che ne mascherano ogni dettaglio dell’aspetto”. La nuova nomea di padre degli dèi che Boccaccio aveva attribuito a questa creatura l’ha resa incredibilmente popolare; inoltre, il fatto che manchi di una specifica descrizione ha dato sfogo alla libera immaginazione anche tra gli autori successivi. Arriveranno a citarlo Ludovico Ariosto, Boiardo nel poema L’Orlando innamorato, fino ad arrivare in Inghilterra con Richard Barnfield e la raccolta Cynthia, with certaine Sonnets and the Legend of Cassandra, e John Milton che nell’opera Paradise Lost inserisce anche il terribile dio tra gli angeli caduti.
Il Demogorgone nella cultura popolare
Il Demogorgone di Boccaccio ha rappresentato un connubio perfetto tra il genere fantasy e la letteratura medievale. La figura del Demogorgone, con il suo aspetto demoniaco e l’aura misteriosa, ha contribuito a influenzare la rappresentazione di creature demoniache nei videogiochi, nelle serie TV e nei giochi da tavolo. Gli appassionati di Dungeons & Dragons conoscono bene questo mito, dandogli per la prima volta una descrizione dettagliata: si tratta di un demone bipede dalle caratteristiche rettiliane con la coda biforcuta e tentacoli al posto degli arti, che decompongono ciò che toccano. L’iconicità di questa creatura risiede nelle due teste: la sinistra ammalia mentre la destra distrugge la sanità mentale. Uno degli esempi più recenti dell’influenza della trasposizione del Demogorgone nella cultura popolare è la serie TV Stranger Things. La serie mantiene un collegamento con il gioco di ruolo Dungeons & Dragons, un tributo alla cultura geek. Tuttavia, il Demogorgone proveniente dal Sottosopra, nonostante continui ad avere caratteristiche rettiliane, preserva una forma umanoide e allo stesso tempo aliena, con solo la bocca a forma di fiore che si apre completamente rivelando i denti affilati.
Il Demogorgone di Boccaccio nella Genealogia deorum ha contribuito a plasmare l’ideologia fantasy. La sua evoluzione da oscura figura medievale a icona delle rappresentazioni più moderne dimostra come la letteratura e, più nello specifico, i testi antichi, non siano qualcosa di vecchio e noioso di cui disfarsi. Sono preziosi reperti che, in casi come questo, possono adattarsi perfettamente al nostro moderno immaginario, fungendo da ponte tra passato e presente.
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