Matrimonio gay in Italia, come funziona

Matrimonio gay in Italia, come funziona

In diversi paesi, le unioni tra individui dello stesso sesso sono riconosciute come matrimonio. Si usa spesso il termine “matrimonio omosessuale” o “matrimonio gay” per indicare questa situazione, rifacendosi alla similarità di genere dei contraenti.

Laddove tale unione è permessa, talvolta si definisce “matrimonio egualitario” perché rispetta principio di uguaglianza tra le persone. Questa definizione si riferisce al matrimonio nel suo complesso, accessibile a qualsiasi coppia indipendentemente dal genere dei partecipanti.

Molti paesi in tutto il mondo hanno legalizzato il matrimonio gay. Questi includono nazioni come Francia, Germania, Regno Unito, Austria, Belgio, Spagna, Svezia, Sudafrica, Portogallo, Svizzera, Stati Uniti e Irlanda. Inoltre, sebbene in Israele e nelle nazioni costitutive dei Pesi Bassi il matrimonio stesso non sia legalmente riconosciuto, è consentito alle coppie dello stesso sesso che si sono sposate altrove di registrare la propria unione.  Alcune città e contee in Cambogia e in Giappone offrono alcuni vantaggi alle coppie gay.

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In altri paesi, come Italia, Cipro, Croazia e Grecia esistono regolamenti diversi che non includono il matrimonio stesso. Tuttavia, le coppie dello stesso sesso hanno la possibilità di accedere alle unioni civili, che possono o meno includere l’opportunità di adottare i figli del partner.

Vediamo adesso nello specifico come funziona il matrimonio gay in Italia

In Italia, il riconoscimento del matrimonio gay è avvenuto tramite l’approvazione delle unioni civili nel maggio 2016 attraverso la legge Cirinnà. Questa legge ha finalmente garantito alle coppie omosessuali protezioni legali e diritti e doveri simili a quelli del matrimonio civile. È un passo significativo non solo simbolico, ma di notevole valore morale e sociale per la nostra società. Da allora, più di diecimila coppie si sono unite civilmente in tutta Italia.

Per costituire un’unione civile, entrambi i partner devono essere adulti dello stesso sesso e, se sono stati precedentemente sposati, devono dimostrare di essere divorziati. Nel caso in cui uno dei due partner sia straniero, è cruciale ottenere l’autorizzazione del loro paese d’origine. Tuttavia, questa procedura non sempre riesce senza intoppi, perché alcuni paesi ancora non accettano il matrimonio gay.

Fortunatamente la legge italiana è intervenuta nel 2017 con un decreto che consente di ottenere l’autorizzazione necessaria e procedere con il matrimonio gay, nonostante le restrizioni esterne.

A differenza dei matrimoni egualitari, per il matrimonio gay la procedura burocratica è molto più veloce. Infatti, una volta confermato il nulla osta, le coppie hanno 180 giorni per decidere la data in cui unirsi civilmente.

Per quanto riguarda il punto di vista religioso, la posizione della Chiesa Cattolica riguardo al matrimonio omosessuale si basa sull’antropologia cristiana secondo cui solo le relazioni eterosessuali sono in linea con la volontà di Dio. La Chiesa sostiene che il matrimonio eterosessuale contribuisca significativamente alla società, motivo per cui ritiene giustificato il suo riconoscimento civile da parte del legislatore insieme all’attribuzione di privilegi speciali alla famiglia eterosessuale. Al contrario, non riconosce ragioni per attribuire diritti simili per il matrimonio gay.

 

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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