Dopo il riuscitissimo Capitalism, Generazione Disagio torna al teatro Bellini di Napoli con il suo più famoso (e pluripremiato) spettacolo: Dopodiché stasera mi butto. Scritto dal collettivo artistico fondato nel 2013, la pièce è un tragicomico e irriverente gioco meta-teatrale in cui il pubblico gioca un ruolo fondamentale. Crollata la quarta parete, infatti, gli spettatori si ritrovano a decidere delle sorti dei protagonisti, a colpi di “sfighe”.
Lo spettacolo è di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Andrea Panigatti, Luca Mammoli, regista e coautore Riccardo Pippa, la consulenza scene e costumi di Margherita Baldoni, le luci di Max Klein, i disegni di Duccio Mantellassi, la produzione infine è di Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.
Dopodiché stasera mi butto, lo specchio di una generazione e del suo “disagio”
Nella pièce vengono affrontati argomenti come il conflitto generazionale, la crisi economica, il precariato e il disagio sociale, tematiche attualissime trattate in modo imprevedibile e sorprendente. Al pubblico, ad esempio, è suggerito di utilizzare uno degli attori come un “bungee ball”. Non solo: il personaggio-fantoccio deve poi competere con gli altri attori-pedine per aggiudicarsi l’eventualità di giungere prima di tutti alla tappa finale che coincide, provocatoriamente, con il suicidio.
Chi sono i protagonisti di questo “gioco dell’oca” dissacrante
Il gioco si sviluppa con molteplici step e imprevisti, che permettono ai personaggi di avanzare o regredire, mentre il punteggio complessivo è determinato anche dal supporto del pubblico in sala. Quattro sono i personaggi di questo sarcastico, irriverente e divertente gioco dell’oca: oltre al presentatore, ci sono tre pedine – un precario, uno stagista e un dottorando – che competono a suon di gag comiche. Il vincitore sarà chi ottiene maggiori “sfighe”, raggiungendo il livello di “disagio” più elevato tra gli altri.
A fare da sfondo a questa sadica partita, la scenografia di Margherita Baldoni, decisamente riuscita, e la regia di Riccardo Pippa, che guida sapientemente una messa in scena pensata per essere “a misura di pubblico”.
Un testo che è un manifesto generazionale
Il testo dello spettacolo si rivolge direttamente agli spettatori, sovvertendo le aspettative tradizionali del teatro: “Sappiamo chi sei. Tu sei un disagiato. Lo sai tu e lo sappiamo anche noi. Sappiamo quante energie sprechi per non farlo vedere. Fratello disagiato, basta: Il disagio non è un ostacolo sulla strada, il disagio è la strada…”. Parole taglienti, che risuonano con forza nella sala e sintetizzano lo spirito di Generazione Disagio, che attraverso gli strumenti della provocazione e della polemica sfida la morale comune eleggendosi portatore di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre D: Distrazione, Disinteresse, Disaffezione.
Tirando le somme
In 70 minuti di spettacolo, Dopodiché stasera mi butto riesce a infrangere le convenzioni teatrali e a proporre nuove forme di espressione. Ottima la prova degli attori, che hanno saputo dare corpo e anima a un’idea provocatoria e audace di teatro. Complimenti a Riccardo Pippa e Luca D’Addino per aver creato una pièce di grande impatto sociale e artistico, che lascia il pubblico con domande importanti e lo stimolo a interrogarsi sull’avvilente realtà odierna.
Next stop
La stagione del teatro Bellini continuerà con Fino alle stelle. Scalata in musica lungo lo Stivale di e con Tiziano Caputo e Agnese Fallongo della regia Raffaele Latagliata,
Fonte immagine per l’articolo Dopodiché stasera mi butto al Piccolo Bellini: Ufficio stampa Teatro Bellini