Per il Campania teatro festival va in scena al Politeama Orpheus groove, spettacolo ideato, scritto e diretto da Annalisa D’Amato.
Orpheus Shivandrim è un fisico del suono, musicista e poeta. Orpheus groove si svolge interamente nel suo laboratorio, dove un’équipe di scienziati studia il suono e la sua capacità riequilibrare le vibrazioni del mondo. Il mondo in cui si muovono i personaggi di Orpheus groove è un mondo prosciugato delle sue energie, le cui vibrazioni naturali si stanno lentamente ma inesorabilmente affievolendo. Il genere umano è in pericolo, e alla scienza del suono di Orpheus Shivandrim è affidato il compito di trovare una soluzione. Il suo assioma: «ogni cosa ha la sua frequenza e ogni essere umano ha la sua nota musicale». La sua osservazione: «al mondo esistono propriamente due tipi di vibrazioni, le ‘vibrazioni creative’ e le ‘vibrazioni inerziali’».
Lo scienziato di Bombay, protagonista di Orpheus groove, con il suo team formato da Perséphone Boulanger, esperta di geometria del suono, Aristeo Molfetta, analista dello spettro sonoro e Ades Rinaldi Tufarelli, ricercatore della musica delle sfere, analizzano il caso limite di una giovane donna che arriva nello Studio di riarmonizzazione universale completamente scordata, in uno stato di drammatica perdita delle proprie vibrazioni vitali. La donna diventa allora simbolo di una condizione globale, di questo drammatico disequilibrio cosmico che investe la terra e ogni essere che la popola.
Con l’ausilio di registratori a nastro, sintetizzatori analogici, un sintetizzatore Moog, un monocordo, theremin, diapason e metronomi, oltre alla somministrazione di Bach e Gluk, il team di scienziati di Orpheus groove cercherà di ritrovare la frequenza persa di questa donna, perché «chi salva una vita, salva il mondo intero». Gli esperimenti tentati su questa donna diventano la speranza di recuperare ciò che è andato perduto a livello globale, ovvero la capacità umana di risuonare con il Tutto.
Orpheus groove di Annalisa D’Amato è un esperimento teatrale interessante e godibile: un’idea brillante che dimostra come il teatro può, di tanto in tanto, liberarsi di testi impegnati e darsi alla sperimentazione, alla ricerca di commistioni nuove, di storie come quella di Orpheus groove che, nella loro assurdità, ci dicono qualcosa di estremamente reale, di drammaticamente urgente.
In un Politeama pieno, Annalisa D’Amato ci fa il dono di una risata che non è né amara né tantomeno becera, e il miracolo, in uno scenario che inizialmente appare apocalittico, di un sorriso compiaciuto e sereno, quello del lieto fine.
Crediti:
Ideazione, scrittura scenica, regia Annalisa D’amato
Con Andrea De Goyzueta, Juliette Jouan, Savino Paparella, Stefania Remino, Antonin Stahly
Voce registrata In Greco Cristina Donadio
Drammaturgia Elvira Buonocore e Annalisa D’amato
Musiche Annalisa D’amato e Antonin Stahly
Costumi Giuseppe Avallone
Sound Design Tommy Grieco
Luci Cesare Accetta
Foto: Campania Teatro Festival